Roma Summer Fest 2024 | Cat Power
Un concerto rivelazione. Anzitutto, si conferma ancora una volta il talento maturo di Cat Power, artista poliedrica, piacevolmente tormentata come le due sigarette che si concede boccheggiando durante il concerto. Cat Power è capace di unire una vena cantautorale al tormento e l’estasi del post punk, stile The Jesus And Mary Chain. La sua voce profonda, gutturale quasi da chansonnier, rivela una maturazione artistica che sembra solo agli inizi.
Il confronto è di quelli giganteschi: il Bob Dylan del 1966. Quello ispirato, che tenne un concerto al Rainbow Theatre di Manchester epico, chiuso con ‘Like a Rolling Stone’ ma
contenente tutte le gemme di quel periodo d’oro. Ecco, su questo mi soffermo un attimo. Il patrimonio letterario del signor Zimmerman (in arte Dylan) è immenso e troppo spesso sottovalutato. Esiste più di un motivo se l’accademia svedese lo ha insignito del Nobel a distanza di decenni. Il suo è un enorme tesoro, fatto di parole e note. Che
risulta attuale e capace, se si studia di calarsi come un guanto nell’ispirazione di altri artisti.
Bob Dylan è un gigante della cultura dei nostri tempi. Nonostante caratterialmente faccia di tutto per mostrare altro, la sua opera è lì a ricordarcelo. E Cat Power fa un servizio a sé stessa attraverso questa produzione: si cimenta con risultati eccellenti in un live denso e carico di emozione. L’esistenza privata di Chan Marshall è stata tormentata. Figlia di divorziati e costretta spesso a cambiare città e scuola, nella musica è stata capace di ritrovare quella serenità che la vita sembrava averle tolto.
In questo live sublima tutto il suo talento, che tra le pieghe delle parole di Dylan ed il supporto di una band veramente all’altezza, dà il meglio di sé.
Una prima parte acustica e intima, dove spiccano una splendida versione di ‘Vision of Joanna’ e una ispirata ‘Desolation Row’. La seconda parte del concerto, assai più ritmata e coinvolgente, inizia con due bellissime versioni blues di ‘Tell Me, Momma’ e ‘Just like Tom Thumb’s Blues’. Il finale è tutto dedicato a una tirata e stropicciata versione di ‘Like a Rolling Stone’ che coinvolge ed emoziona il pubblico. Che alla fine sembra quasi intimorito, nell’avvicinarsi a Cat Power e al repertorio di questo concerto speciale.
Niente bis, che non avrebbe di fatto aggiunto o tolto nulla alla serata. Serata che ha rappresentato un unicum nel panorama dei concerti in giro, come unica è un’artista capace di aprire e chiudere delle sfide oniriche di difficile impatto. Un po’ come quello di prendere la migliore produzione di quell’antipatico di Bob Dylan, sploverarlo per bene e metterlo nuovamente sotto i raggi di un sole che ne risalta tutte le sfumature. Avendo persino la capacità di aggiungerne di nuove e originali!
È questo che accade quando una grande artista si mette in testa di avere a che fare con un altro grandissimo artista. Qualcosa di speciale, insomma.