R.Y.F. live a Prato: quando la musica ti buca l’anima
Il 9 marzo sono di nuovo a Prato, all’ormai consueto appuntamento targato DioDrone ed ospitato da Struttura Birra.
Questa sera si alterneranno sul palco Karakuri, duo fiorentino contrabasso e voce, e R.Y.F. (Restless Yellow Flowers), solo project di Francesca Morello che presenta il suo nuovo lavoro “Love Songs For Freaks & Dead Souls” – del quale abbiamo avuto il piacere di presentare in anteprima esclusiva lo streaming integrale.
La serata è aperta dal duo fiorentino con Alessandro Geri al contrabbasso e Bloody Mari alla voce: insieme propongono una personalissima rivisitazione dei classici brani dello scenario rock, scelti per loro stessa ammissione senza un criterio particolare, anzi, a suon di «ci piace, è figo!».
The Cure, Joy Division, PJ Harvey, David Bowie e altri classici estremamente conosciuti fanno parte del repertorio proposto dai Karakuri.
Tutti i pezzi sono scarnificati fino all’osso e la voce è appoggiata su poche note emesse dal contrabbasso e sul piccole basi campionate.
È un progetto nuovo, che ha ancora tanta strada da fare, ma l’idea è piacevole e malgrado si parli di cover, questo è sicuramente un modo diverso per affrontarle ed interpretarle.
Con ‘London Calling‘ dei The Clash i Karakuri salutano il pubblico e lasciamo il posto a R.Y.F. che con ‘Toothed Black Worm‘, brano che apre anche l’ album, rompe il ghiaccio con il pubblico.
Faccio una premessa.
Ho avuto il piacere di conoscere Francesca Morello nel corso dell’ultimo anno e di vederla un po’ in giro per vari concerti e serate.
Quando ho ascoltato per la prima volta “Love Songs For Freaks & Dead Souls” l’ho adorato immediatamente: è un disco che arriva dritto all’anima, la sfilaccia nota dopo nota e al contempo la ricuce.
Non avendo mai avuto occasione di sentire dal vivo il progetto R.Y.F., non sapevo che dietro questa identità si celasse proprio Francesca, è stata una scoperta piacevole ma recente – quando conosci una persona non ti immagini né che canti, né la sua voce mentre si esibisce live.
Arriviamo al dunque: chitarra e voce calda e rotta sono la chiave di ascolto di questo progetto.
Nei suoi testi racconta di sé, delle situazioni che la circondano, delle sue paure e di come le combatte.
Malgrado sia alla sua prima uscita sotto etichetta discografica, ascoltandola ci si accorge subito che di gavetta ne ha fatta e che di palchi ne ha macinati tanti: insomma, non è una novellina.
La sua voce e il suo modo di cantare e suonare rapiscono.
Prima del secondo pezzo, ‘Echo’, con qualche battuta comica dice al pubblico di avere qualche problemino alla voce (che a me sembra comunque bellissima anche se meno cristallina) a causa di un po’ di influenza che si è manifestata nel pomeriggio: in questo pezzo la voce scivola lenta, si attorciglia come in uno scioglilingua, diventa acuta e poi un sussurro.
Con ‘Sin’ la chitarra assume un suono più basso e cupo, la voce è più sofferta, graffia il muro dell’anima fino a trafiggerla creando un buco.
Uno ad uno, Francesca propone i brani contenuti nel sui disco uscito il 19 febbraio scorso per Brutture Moderne.
Seppur con qualche problema vocale il live è un crescendo emozionale: R.Y.F. ha un che della rocker anni ’90, e ci confessa in seguito che sono proprio quelli i suoi anni di formazione e di crescita musicale.
Con ‘Hate‘ e con tanta forza di volontà che la tiene in botta sul palco, R.Y.F. malgrado l’influenza saluta il pubblico e termina la sua performance.
Spero di poterla rincontrare presto sulla mia strada, e la speranza è che anche voi vi facciate stracciare l’anima da un suo live – a lei auguro solo una pronta guarigione!
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