Public live a Grugliasco (TO): all’improvviso, un piccolo concerto bellissimo
Fra le serate da seguire questa non era in programma. Ma ho deciso di fare uso personale del mezzo pubblico per dire quanto mi è piaciuto sentire i Public a Casseta Popular, in una zona che localizzerei come Torino provincia di Grugliasco, in un 31 maggio freddo come pochi (in realtà come tanti!).
I Public sono una di quelle chicche che in pochi condividiamo. In verità c’erano una volta i Northpole, per un troppo breve periodo. «Ah! Quel disco dei Northpole…» diciamo noi con lo stesso tono con cui Maurizio Mosca diceva “Ah! Come gioca Del Piero…” Lo so, dire Del Piero è assolutamente fuori luogo, ma posso salvarmi in corner giustificando con le comuni origini, dalle parti di Treviso.
Poche semplici immagini bastano a Paolo Beraldo per creare testi che vanno in profondità come lama nel burro. La voce chiara è un canto che sembra essere in minore anche quando è in maggiore. Le corde, le melodie, tutto è coerente in queste canzoni dal cuore fragile, così belle da non trovar spazio nei discount di ascolti più frequentati.
Ma non fai niente per aiutarmi
Rimani chiusa nelle tue scatole
Se questa storia ha una fine nobile
Se canto è solo per scongiurare
Molto tempo fa vado a una serata in cui suonano due gruppi che non conosco. È una di quelle rarissime serate in cui il gruppo che apre mi piace molto di più dell’headliner. Il gruppo che apre sono i Northpole, gli headliner sono i Zen Circus. Questi ultimi niente male ma i primi mi sembrano un altro pianeta (la luna, se dovessi giocare a “se fosse”). Compro il cd e inizia così una lunga serie di ascolti dei Northpole. Ora abito in un quartiere di Torino che si chiama Polo Nord. Le due cose non hanno legame ma secondo me sì.
(Correva l’anno 2005, ricordo che era la sera che era morto il Papa. Secondo me un gruppo così nasce appunto ogni morte di Papa. Nessun altro Papa è ancora morto.)
Di lì a poco i Northpole si sciolgono, amaro gioco di parole.
Non esagerare mai è l’unico modo che sai
Per esser certi non c’è nessuno da scontentare mai
E intanto non ti accorgi che la felicità ti sfiora appena
Subito dopo ci sono i Public, il cantante e autore Paolo Beraldo ricomincia con nuovi musicisti, lo stile rimane inconfondibile e forse anche la navigazione a vista. Si tratta delle tipiche situazioni che devi trovare notizie col lanternino, perché non sarai bombardato sui social, non li ritroverai in featuring paraculissimi, e ovviamente anche l’algoritmo di Google non ha la benché minima pietà per un gruppo che si chiama Public. Fanno due dischi, “Lunario” (che titolo fantastico per un album!) e “Oracolo”, prendo il secondo assieme a un vinile sette pollici che dovrò cercare di andare a sentire a casa di qualcuno che ha un impianto decente.
Insomma eccoci alla Casseta Popular, come nelle migliori tradizioni dei gruppi che mi piacciono, una manciata di coraggiosi in un faticoso infrasettimanale a emozionarci e stupirci e immalinconirci. Da sempre in causa (persa) contro il cattivo gusto, come superstiti soldati fantasma giapponesi combattiamo in clandestinità una guerra che ci illudiamo non sia ancora finita.
E seduto birramunito ad ascoltare i Public davvero lo giuro sono sicuro che non è finita. Paolo, Guido e Luca suonano acustiche canzoni recenti, canzoni vecchie, canzoni che usciranno nel prossimo album, canzoni addirittura dei Northpole, e una tradizionale veneta. Ce n’è qualcun’altra che avrei voluto sentire…
Tra i miei amici l’amore è come un premio
da meritare e malamente speso
Come le fiamme in un ade divampiamo in incendio
Abbracci come spire fuori controllo
Invece voi no, voi no
…ma sono sicuro che con la formazione completa ci saranno più probabilità. Vivo questa serata come un assaggio di qualcosa che è stato piuttosto di qualcosa che sarà, in felice intimità, ritrovando una voce familiare addirittura con più potenza e “barba”, e qualche inaspettata deriva blues che mi fa molto piacere.
Spero insomma di ritrovarli presto senza attendere il succedersi di nuovi pontificati. Il mio amico Turi Oppedisano aveva la macchina fotografica e mi perdonerà se faccio uso pubblico del suo mezzo personale.