Niccolò Fabi live a Napoli: la poesia di un’anima rara
Una somma di piccole, grandi canzoni, il repertorio di Niccolò Fabi: tante graziose perle incastonate nella collana che circonda un’anima rara e gentile.
Il cantautore romano è tornato al Teatro Augusteo di Napoli il 21 maggio, dopo più di tre anni di assenza, e lo ha fatto con il tour che segue l’uscita del suo nuovo lavoro da solista, “Una somma di piccole cose”, pubblicato lo scorso 22 aprile.
Un album intimo, personale, non pensato per il pubblico: un insieme di riflessioni urgenti e necessarie.
Quella napoletana è la seconda tappa del tour che porterà Fabi a toccare i teatri delle principali città italiane a maggio e poi ancora le più belle location all’aperto a luglio.
Ad aprire il live nella splendida cornice del teatro napoletano è il cantautore di Bristol Fraser Anderson, che per comunicare con il pubblico si è servito alcuni messaggi in italiano registrati sul cellulare da una sua amica madrelingua.
Una bella sorpresa questo Glen Hansard inglese, che chitarra alla mano ha deliziato il pubblico con quattro suoi brani inediti.
È stata poi la volta del “sire”, accompagnato dalla sua band nuova di zecca. Con lui sul palco ci sono Alberto Bianco (talentuoso cantautore torinese), Matteo Giai, Filippo Cornaglia e Damir Nefat. È inevitabile sentire la mancanza della band storica del cantautore romano, ma basta poco per sopperire a questa sensazione perché questi giovani musicisti, che con un grande atto di generosità e coraggio Fabi ha deciso di portare con sé durante questo tour, hanno la giusta energia ed il talento necessario per la grande occasione.
Arrivano, una dopo l’altra e senza un attimo per prendere fiato, le prime sei tracce dell’ultimo disco: ‘Una somma di piccole cose‘, ‘Ha perso la città‘, ‘Facciamo finta‘, ‘Filosofia agricola‘, ‘Non vale più‘, ‘Una mano sugli occhi‘.
È proprio la sensazione di apnea quella che accompagna il pubblico durante i sei brani, un’atmosfera sospesa ad abbracciare dal vivo le canzoni ascoltate, forse ancora troppo poco, dal disco.
Queste canzoni vengono da un’altra dimensione, e si sente: hanno qualcosa di rarefatto e casalingo, che sa di nottate passate a scrivere in silenzio e di passeggiate tra gli alberi.
‘Una mano sugli occhi‘, la canzone dell’amore maturo, costruito nel tempo, introduce la visione di un’altra epoca dell’amore, ed è la volta di ‘Ostinatamente‘.
Il concerto va avanti con alcuni dei brani più belli della carriera dell’artista romano, i classici moderni della sua musica: ‘È non è‘, ‘Negozio di antiquariato‘, ‘Ecco‘.
Tre canzoni sul viaggio, uno dei temi preferiti di Niccolò Fabi, continuano il percorso del live che non smette di crescere, nota dopo nota: ‘Sedici modi di dire verde‘, ‘Oriente‘ e ‘Vento d’estate‘.
Una piccola parentesi è dedicata al tour insieme a Gazzè e Silvestri, che Fabi racconta come un’importante tappa della sua carriera artistica, un momento formativo di altissimo valore, una palestra di scrittura per la ricerca continua di nuovi stimoli e compromessi. L’esperienza con i suoi amici e colleghi ha arricchito il bagaglio del cantautore, infondendogli allo stesso tempo un’iniezione di fiducia sul singolo percorso di artista e uomo. Da “Il padrone della festa”, album pubblicato dai tre, Fabi ha eseguito ‘Giovanni sulla terra‘.
Si avvicina la fine del concerto, ma c’è ancora qualche asso nella manica da poter tirare fuori prima di lasciare la sala: ‘Solo un uomo‘ e ‘Costruire‘ (sicuramente i due brani più rappresentativi del percorso artistico di Niccolò Fabi) e poi ‘Offeso‘ (in un’inedita versione dall’andamento raggae) e ‘Lasciarsi un giorno a Roma‘.
Arriva il momento del bis e Fabi torna da solo sul palco per intonare al pianoforte ‘Vince chi molla‘, uno dei brani più intensi e commoventi dell’ultimo disco, un inno al lasciare e lasciarsi andare.
Giunti al termine e nel presentare la band Niccolò fa una cosa che pochi altri suoi colleghi hanno fatto in passato: lascia il palco ed il pubblico a Bianco, che ha l’onore di presentare ad una platea gremita ed emozionata una delle sue canzoni più belle, ‘Aeroplano‘.
È poi la volta di una volta di ‘Una buona idea‘ e di un bis del bis per il brano che chiude definitivamente il concerto: ancora da “Ecco”, disco potente e pieno di poesia, arriva ‘Lontano da me‘ per salutare una platea emozionata, commossa, arricchita ed entusiasta.
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