Money live a Segrate (MI): tra le nebbie della città un sorriso
Dopo aver messo nero su bianco le impressioni sul nuovissimo “Suicide Songs” dei Money (trovate la recensione qui), era necessario avere una controprova delle sensazioni ricavate dall’ascolto del disco.
È per questo che non mi sono lasciato sfuggire la data in cartellone al Circolo Magnolia di Segrate (MI) dello scorso 7 marzo.
Prima considerazione: a Segrate c’è la nebbia!
Bella scoperta, direte voi. La nebbia che intendo io però è quella figurata, ed è quella che aleggia all’interno del Circolo Magnolia prima dell’inizio del concerto.
Un’atmosfera strana, che crea un ponte ideale tra la città di Manchester (località di origine dei Money) e quella di Segrate in cui ci troviamo ora.
Jamie Lee si presenta sul palco da solo per la prima canzone ed è vestito di tutto punto, come se si trovasse all’esterno, in qualche vicolo freddo e disperso in quella nebbia. Comincia a cantare e a suonare la sua chitarra acustica, che sembra averne passate di tutti colori: piano piano l’atmosfera si riscalda, Jamie si toglie la giacca e finalmente la nebbia intorno a noi comincia a diradarsi.
Seconda considerazione: quanto sono giovani i musicisti dei Money?
Dopo l’intro solitario di Jamie, salgono uno dopo l’altro, alla spicciolata, sul palco ed imbracciano i loro strumenti: una sezione di archi, un violoncellista ed una violinista fanno da contraltare ad una formazione più classica formata da batteria/basso/chitarra e tastiera.
Il chitarrista sembra perso in un altro mondo e segue una sua via immaginaria.
Il suono della sua chitarra è pulito e limpido e la band procede con grande intensità; spesso Jamie scende dal palco e li guarda, sincerandosi che ogni cosa sia al suo posto,
Terza considerazione: quanto è bravo Jamie dei Money?
Tutte le canzoni partono dalla sua essenza, dalla sua immaginazione e dalla sua vita vissuta.
Le difficoltà di ogni giorno. i problemi con l’alcool, la gioia di vivere e di avere degli amici con cui fare musica. Tutto questo traspare in modo così naturale da lui, che ti colpisce come un pugno nello stomaco.
Jamie è capace di creare un intimità speciale tra noi e le sue canzoni. L’atmosfera fredda si trasforma in un sentimento di complicità. Interagisce con il pubblico, ride e scherza. Chiede quali band abbiamo visto li su quel palco prima di lui ed afferma scherzando di essere la migliore. Durante l’esibizione finale di ‘Goodnight London‘, Jamie è rimasto al piano insieme agli archi.
Ad un tipo cade una matita per terra e lui si ferma esclamando «Adoro gli uomini che portano una matita».
Quando canta ‘A Cocaine Christmas and An Alcoholic’s New Year‘ sembra di essere appena usciti da un vecchio pub inglese ed avere passato la serata con lui.
Il giro di basso su ‘Letter To Yesterday‘ è avvolgente e quando entra la voce di Jamie è come lo strappo del velcro sui nostri cuori.
Arriviamo alla fine – che tu lo voglia o meno, si arriva sempre alla fine.
Jamie sembra essersi tolto dallo stomaco un grandissimo peso: ci sorride, pesca alcune birre dal palco, ringrazia e chiede di supportarli.
È stata una bella serata questa passata con i Money, una di quelle serate che non segna la storia da nessuna parte ma che lascia qualcosa dentro ciascuno di noi.
Quello che ha lasciato dentro di me è l’immagine di una persona seduta al piano, con un sorriso grandissimo, una birra nel taschino della giacca e la felicità assoluta di fare quello che si desidera fare nella vita.
Puoi vedere la gallery completa della serata qui.