METALITALIA FESTIVAL 2024 | DAY 01
UNDICESIMO APPUNTAMENTO CON IL METALITALIA FESTIVAL
Weekend di fuoco al Live Music Club
Trezzo sull’Adda (MI), 14 settembre 2024
È giunta alla sua undicesima edizione il festival metal fi fine estate, il Metalitalia Festival, in programma al Live Music Club di Trezzo sull’Adda (MI). Un evento molto atteso che vanta sin dagli esordi un’organizzazione impeccabile ed un bill di alto livello e che ha saputo ricavarsi un posto speciale nel cuore di un numero sempre maggiore di fan.
Il Metalitalia Festival è animato non solo dagli spettacoli ma anche da stand di espositori con vendita di dischi e cd, t-shirts e libri. L’offerta di cibo è varia e veloce nel servizio, con tante aree a disposizione dove rilassarsi in comodità e fare due chiacchiere con amici conosciuti sotto palco. Ma è anche l’occasione per rivedere qualche vecchia conoscenza, habitué dei live al locale di Trezzo o semplicemente amanti dei palchi metal.
Siamo alla prima giornata e già dalle prime ore del pomeriggio il piazzale di fronte al Live Music Club comincia a riempirsi di battle jacket, patch e pin. Nota di merito: a tutti i meet and greet organizzati con le band, chiunque avesse avuto desiderio di farsi immortalare con il proprio idolo o farsi firmare un po’ di memorabilia, poteva mettersi tranquillamente in fila. E come ogni anno, i bicchieri ufficiali dell’evento sono stati dati esclusivamente in omaggio con le prime consumazioni in ognuna delle due giornate. Bastava ordinare al bar una birra, una bibita o un cocktail e il bicchiere era in regalo senza alcun costo aggiuntivo. Un’ottima iniziativa a livello marketing, più che gradita per conservare nel tempo un ricordo dell’evento.
Peccato solo l’inizio prematuro del tanto bramato incontro con gli artisti. Arrivati alle 14, ci siamo persi per un soffio la signing session con i maestri del thrash metal statunitense, gli Overkill. Non ci resta che sperare nel fortunato incontro con i famigerati Destruction, con i quali abbiamo avuto il piacere di celebrare i quarant’anni di storia allo Slaughter Club di Paderno Dugnano proprio lo scorso anno.
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Non c’è il pienone quando gli Husqwarnah aprono le danze. La band death metal italiana debutta nel 2021 con “Front: Toward Enemy” e in collaborazione con la Time To Kill Records, presentano in esclusiva per l’Italia lo streaming in anteprima del nuovo album, “Purification Trough Sacrifice”.
A susseguire ci sono gli Ural, una delle realtà più apprezzate del panorama thrash metal italiano, con tre full length, due Ep e diverse partecipazioni a festival prestigiosi come il Tnt Fest, l’Ambria Metal Festival, l’Hammer Fest e decine di concerti in tutta Europa. Tra le molte novità che verranno svelate durante l’edizione di Metalitalia, il combo piemontese annuncia l’entrata in pianta stabile del chitarrista Luca Maggi. Il musicista prende il posto di Luca Ciuti, il quale abbandona il progetto in modo del tutto amichevole dopo 6 anni di militanza.
È il turno degli spagnoli Angelus Apatrida. I quattro di Albacete ci presentano “Aftermath”, un disco in cui evidenziano il martellamento ritmico delle strofe e la pulizia dei vari ritornelli, conditi da riff ficcanti e coinvolgenti, quasi in modalità Testament. La voce di Guillermo Izquierdo in modalità Chuck Billy, in questo senso, ne è la piena testimonianza.
Gli Angelus Apatrida ci hanno da sempre abituati a pezzi in cui, soprattutto in sede di refrain, una certa orecchiabilità prendeva il sopravvento rispetto ad altre soluzioni più tirate e spigolose. Nel qui presente “Aftermath” la thrash band iberica ha cementificato ulteriormente la prima delle due formule.
Salgono sul palco del Metalitalia Festival i Cripple Bastards, gruppo musicale grindcore italiano, formatosi ad Asti nel 1988. Compaiono al sesto posto nella top 20 della discografia essenziale del grindcore europeo di tutti i tempi, subito dopo a Napalm Death, Carcass, Extreme Noise Terror e Nasum.
Una delle caratteristiche distintive della band sono i testi, estremamente duri e polemici, e spesso cantati in italiano: la grande importanza che questi hanno per la band è comprovata anche dalla presenza nei booklet di commenti che ne spiegano il senso o ne esaltano i significati.
Il fondatore e leader, Giulio “The Bastard”, è un grande appassionato del cinema thriller italiano degli anni Settanta e Ottanta e spesso negli album si trovano intro tratte da film o anche brani interi ispirati ad essi, come ad esempio ‘Pete the ripper’, ispirata a “Lo squartatore di New York” di Lucio Fulci.
Tra una birra e l’altra usciamo momentaneamente dal locale, che comincia ad essere affollato. Nella ricerca di un po’ di tregua per i timpani incrociamo Damir Eskić, il nuovo chitarrista dei Destruction. Entrato nel gruppo in pianta stabile nel 2019, ci offre una birra nel suo minicamper dove viaggia con la moglie. Ci invita anche ad andare di corsa al meet and greet con gli altri membri della band che inizierà di lì a poco.
Schmier, frontman della band, ha dichiarato che «essere un trio è qualcosa di speciale» che hanno portato avanti con orgoglio per molti anni. Tuttavia era oramai giunto il momento per ricorrere ad una seconda chitarra. I Destruction hanno così composto e registrato il nuovo album con due chitarristi e questo consente loro di essere molto più potenti dal vivo oltre che poter suonare brani che non eseguivano da anni. Infatti la loro è stata un’esibizione incredibilmente energica.
Partiti nel lontanissimo 1983 carichi di rabbia e frustrazione e giunti ai giorni nostri come un treno in corsa carico di disturbanti atrocità. Hanno ripercorso i grandi classici partendo alla grandissima con la mortale tripletta ‘Curse The Gods’, ‘Death Trap’ e ‘Nailed To The Cross’, giusto per mettere sin da subito le cose in chiaro.
Scorrono i riff potenti in pezzi come ‘The Last Of A Dying Breed’ e ‘Servant Of The Beast’. Tratti da “Diabolical”, sono il frutto più palese di questa rinascita della thrash metal band teutonica. Due scosse che faranno sicuramente scattare la domanda, dal tono sorpreso: «Hey, ma questi sono i Destruction?». Ebbene sì.
Non mancano i pezzi ancora freschi di registrazione dell’ultima fatica discografica. Un nuovo disco da paura, del quale ci danno un assaggio con il singolo ‘No Kings – No Masters’, un mostro di riff affilato come un rasoio, con tonnellate di chitarre e velocità da spezzare il collo. Distruzione di livello superiore.
Si giunge a fine serata ed arriva il momento degli accattivanti e martellanti Overkill. Come riportato da Blabbermouth, è stato l’ex-Kreator Christian “Speesy” Giesler a sostituire D.D. Verni nella data al Metalitalia Festival. Come precedentemente annunciato, lo storico bassista della band ha dovuto saltare diverse date del tour in corso per problemi ad una spalla.
Gli Overkill non hanno bisogno di presentazioni, si tratta infatti di una delle band più prolifiche ed importanti nel panorama thrash metal la quale, nel 1997, pubblica il proprio nono album, dal titolo “From the Underground and Below”. Si tratta sicuramente del disco più moderno dell’intera discografia dei newyorkesi, che hanno iniziato la loro carriera influenzando il proprio sound da radici punk per evolvere in uno stile proprio ed assolutamente personale, nel quale la voce di Bobby ‘”Blitz” Ellsworth è un marchio di fabbrica assoluto. Da una parte l’esplosione definitiva del grunge, dall’altra le spallate brutali e glaciali, seppur amichevoli, ricevute dal death e black.
Senza innescare il classico track-by-track, meritano sicuramente di essere menzionati un po’ di brani. ‘Thanx For Nothing’ è l’esempio totale di come gli Overkill sapevano (e sanno tutt’ora) esattamente cosa fare quando vogliono pigiare il piede sull’acceleratore. Martellante e precisa al punto giusto, così come la precedente ‘Blood Money’. ‘Rotten To The Core’, ‘Elimination’ o ‘Hammerhead’, hanno uno spessore tecnico maggiore e una completezza di fondo assolutamente inarrivabile. Questo a dimostrazione di come la scelta, a prima vista rischiosa, della doppia chitarra risultò a tutti gli effetti vincente.
‘Horrorscope’ si mostra come una sontuosa ballad, marchiata da cima a fondo da una disperazione furiosa, che si esalta nella dilagante melodia del ritornello; da lacrime. E Bobby “Blitz” Ellsworth ci regala una performance vocale da brividi. C’è poco da fare, alti livelli come agli esordi. Gli Overkill, d’altra parte, non hanno mai deluso. Come non delude mai il Metalitalia Festival.