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Marnero, OvO, Hate & Merda live a Bologna: un rito pagano che strega tutti

Il 21 gennaio al Freakout di Bologna è un gran giorno: vengono infatti presentati al pubblico i nuovi lavori dei Marnero e degli Hate & Merda, e per non far mancare nulla ad una serata che già così si preannuncia intensa, ci sono anche gli OvO come ospiti d’eccezione.

Hate & Merda - La Capitale del MaleSono le 22.30 e con le parole di Stefano Santoni gli Hate & Merda presentano per la prima volta dal vivo “La Capitale del Male“.
Colpi secchi di batteria e note marce e distorte: l’oscurità del male si presenta così.
Il duo fiorentino suona con violenza inaudita, e anche ‘FOH‘, pezzo che ha anticipato questo nuovo lavoro negli scorsi mesi, è eseguito con veste più aggressiva del solito.
Potenza allo stato puro, disagio e odio vomitato addosso al pubblico che sembra apprezzare già dalle prime note.
Le parole urlate riempiono la sala: é un male che fa bene, perché infondo «il male serve, serve anche il male». Dopo i primi due tiratissimi pezzi arriva la discesa nell’oblio con un suono che diventa più ovattato: è l’inizio di ‘In Itinere‘, brano che vede la collaborazione di Stefania Alos Pedretti (OvO) alla voce e Matteo Bennici al violoncello.
È il racconto di un viaggio senza ritorno verso l’abisso, verso l’oscurità delle nostre emozioni.
Unnecessay 2‘ incalza sulla sua Nude urlando che «la capitale del male è qui e mi completa» – ed in effetti, la capitale di questo male ci completa tutti.
Con ‘Vai Via‘, personalmente il mio pezzo preferito del nuovo lavoro, gli Hate & Merda salutano il pubblico del locale che ringrazia con applausi e (a sua volta) urla di compiacimento.
Non nascondo che sono una grande fan dei due Unnecessay: avevo grosse aspettative sia sul nuovo disco che sull’esecuzione dei brani live, e a quanto pare “La Capitale del Male” prosegue il percorso tracciato da “L’Anno dell’Odio”.
È un disco meno immediato ma più completo, che all’ascolto “ti entra dentro”: anche nell’esecuzione live i due incappucciati sembrano cresciuti, più consapevoli delle proprie possibilità, più agguerriti che mai.

OvOAbbandonano il palco e ci avvolge l’oscurità degli OvO.
Stefania Pedretti e Bruno Dorella salgono sul palco e già dalle prime note trasportano il pubblico in una foresta nera in cui il canto degli uccelli è coperto dalle grida disperate di un’amazzone: il suono cresce e si diffonde, gli OvO partono subito a bomba.
Bruno incalza sulla batteria e Stefania martorizza le corde della sua chitarra, sputando fuori dalla gola suoni che solo lei sa produrre.
Il duo, che in questi giorni é in studio a registrare un nuovo lavoro, conferma già dal primo pezzo la potenza che li contraddistingue: la moderna sciamana intona i suoi canti su una danza tribale che scatena il pubblico, partecipe di questo rituale magico.
La musica degli Ovo é unica e riconoscibile, scarna e ricca, tribale e distorta.
Quando attacca ‘Marie‘ tutto il pubblico ne canta l’intro e proprio in questo pezzo Stefania ci regala tutte le sfumature della sua voce mentre Bruno scatena tutta la sua foga nel picchiare sulla batteria.
I pezzi che seguono sono tutti un crescendo di sonorità che strizzano l’occhio anche all’elettronica e gli OvO, terminato il set, lasciano il palco ai Marnero.

Marnero - La MaloraAnche i Marnero presentano il loro nuovo lavoro, “La Malora“, ultimo capitolo della Trilogia del Fallimento – testi tratti da “La Malora (4di3)” di John D. Raudo (cantante e chitarrista del gruppo), una raccolta di racconti e personaggio che accompagna l’uscita del disco.
Risaliamo dunque dall’abisso e iniziamo a navigare sul galeone dei Marnero: la formazione si presenta al pubblico con la verve che li contraddistingue composta da un granitico marasma sonoro su cui galleggiano le parole sussurrate da Raudo, il quale sembra spesso non dare peso alla forza comunicativa dei testi che vengono soffocati dal suono della batteria incalzante, dalle violente raffiche  di chitarra e dall’oscura presenza del basso.
Il live dei Marnero è un lento incedere tra le onde, spesso scosso da raffiche di vento che preannunciano la bufera.
Siamo più o meno a metà del set quando sul palco tornano gli OvO, per eseguire insieme al gruppo ‘La Sciamana e il Testimone’. Il locale è sold-out e il brusio della gente altera l’atmosfera, ma come schiavi incatenati in una stiva seguiamo l’incedere de ‘La Malora‘.
Risulta inutile parlare di scaletta, di sequenza di brani: questa è la storia di un viaggio, ogni brano una tappa, ogni nota una conseguenza.
E come tutti i viaggi ad un certo punto la nave arriva in porto, molla gli ormeggi, l’equipaggio si saluta e ognuno va per la sua strada.

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