VILLA ADA FESTIVAL 2024 | THE GOSSIP
In una parola? Superlativa. Beth Ditto con i suoi Gossip ha messo in mostra tutto il suo enorme talento, la sua attitudine (così British sebbene sia dell’Arkansas) e la sua modernità. Una versione post moderna di Alison Moyet con le radici di una Ma Rainey. Strepitosa, capace da sola di tenere il palco, oscurare la band e coinvolgere il pubblico secondo i suoi tempi. Nonostante l’evidente mal di gola che l’ha colpita, causandole una difficoltà di voce che, tuttavia, ha saputo mascherare.
Prima di iniziare il live, Beth ha ricordato come i concerti dei Gossip in Italia siano sempre di fronte a piccole folle che, a prescindere dall’affluenza, sono meravigliosi. E così è stato anche in questa occasione al Villa Ada Festival a Roma. Rimango dell’idea che il valore artistico della Ditto è davvero di una qualità superiore alla media. L’artista statunitense è capace di definire uno stile unico che mixa suoni disco e blues, con inflessioni punk e new wave. Il tutto condito da una voce profonda, capace di raggiungere livelli vocali degni della migliore Withney Houston (che omaggia spesso).
I riferimenti musicali emergono in tutto il live, e sono i Nirvana e i Talking Heads (bellissima l’inizio di ‘Psychokiller’). La scaletta del concerto attraversa i migliori episodi della carriera della band, che ha inizio nel nuovo millennio con dischi di qualità senza che il mercato fosse inflazionato da un eccesso di produzioni musicali. Da ‘Love Long Distance’ a ‘Four Letter Word’, a ‘Standing in the way of Control’, sino alla splendida finale ‘Heavy Cross’: la voce della Ditto sembra senza cedimenti in grado di reggere all’aspettativa dei suoi fan che la idolatrano. Abbastanza inconsciamente è diventata un idolo della comunità LBGTQ, come molte altre artiste della sua generazione. Ma questo non deve essere un limite per un’artista il cui valore è anzitutto oggettivo. Curioso anche il modo di interpretare il ruolo di Rock-Pop star, che ha misura molto più europea che d’Oltreoceano.
Se proprio un limite bisogna individuare è la sensazione che il gruppo sia a un punto di svolta. La personalità della Ditto è troppo prorompente anche per lo spazio di front woman in una band. Bisogna forse interrogarsi sul fatto che un ritorno alla carriera solista, a questo punto, possa essere forse una svolta alla ricerca di nuovi approdi interpretativi con cui una voce come la sua non può non confrontarsi. C’è tanta cultura e spazio musicale nella scrittura dei pezzi, ma anche la sensazione smisurata che i margini di maturazioni siano davvero molto ampi. Forse il tempo dei Gossip è davvero giunto a un punto di snodo? Intanto continuiamo a goderci le gemme di una band che, in modo gentile e potente, permane con tutta la sua fisicità in un panorama musicale davvero tendenzialmente poco solido e strutturato.
Lunga vita a Beth Ditto e onore ai Gossip per tutta la loro storia musicale.