L’ultima Messa dell’anno
C’è aria di festa al Legend, il club meneghino in cui la grande speranza bianca del metal italiano ha deciso di chiudere l’ennesimo anno di intensissima attività live, 12 mesi che hanno visto i Messa girare in lungo ed in largo tra Italia, Europa e persino Stati Uniti, inanellando (data più, data meno) un’ottantina di concerti, incluse le prestigiose apparizioni in eventi di caratura superiore come il Deserfest di Berlino, l’Heavy Psych Sound Fest e, naturalmente, l’AMA Music Festival in compagnia di Katatonia, Lacuna Coil e Megadeth.
Mentre il pubblico inizia a gremire il locale, sul palco salgono i varesini Fuoco Fatuo, chiamati per riscaldare gli animi con il loro peculiare funeral doom.
Ed in effetti, fin dalle prime note paiono spalancarsi le porte dell’inferno.
La band onora il proprio opening-slot pescando a pienissime mani dall’ultimo album, “Obsidian Katabasis” (2021), dal quale presentano ‘Obsidian Bulwark‘, ‘Thresholds Of Nonexistence Through Eerie Aeon‘ e ‘Psychoactive Katabasis‘.
Dal basso della sua più totale ignoranza in materia, il sottoscritto è probabilmente la persona meno adatta a commentare il sound dei Fuoco Fatuo – a giudicare però dal riscontro ricevuto, credo si possa dire che la loro prestazione sia da considerare assolutamente positiva.
Che l’evento fosse in odore di sold-out non era un mistero, quindi nessuna sorpresa nel vedere il Legend salutare i Messa con un tanto entusiasmante (quanto assolutamente meritato) tutto esaurito, regalando alla band, che nel frattempo ha preso posizione sul palco, un colpo d’occhio di sicuro effetto.
Lo show prende il via con ‘If You Want Her To Be Taken‘, uno dei miei pezzi preferiti di “Close”, splendidamente segnata dal contrasto tra la voce eterea e suadente di Sara ed il riffing doom di stampo sabbathiano prodotto Alberto (a cui facciamo gli auguri, visto che oggi festeggia il compleanno) su cui si innestano Marco e Rocco, la potente sezione ritmica della band. “Close” è stato (ed è tuttora) un disco di successo e giustamente dal vivo ne vengono sfruttate al massimo le potenzialità in termini di appeal – ecco quindi scorrere via ‘Dark Horse‘ e quel gioiellino infarcito di deviazioni jazz che è ‘Suspended‘.
Con ‘Leah‘, ispirata a Leah Hirsig ed al suo Diario Magico (d’altronde, la Hirsig è stata la più famosa tra le Scarlet Women di Aleister Crowley), viene rispolverato il precedente ‘Feast Of Water‘ per poi tornare subito a ‘Close‘ con ‘Pilgrim‘ e le sue atmosfere mediorentaleggianti.
La zeppeliniana ‘Rubedo‘ chiude il set principale, un set per la riuscita del quale va assolutamente menzionato e ringraziato il buon Otto, da un paio di anni il fonico di fiducia della band, vero e proprio quinto membro dei Messa, in buona sostanza l’architetto sonico che dona alla band i suoni con cui poi dal vivo ci ammaliano.
Richiamati a gran voce dal pubblico, i Messa tornano sul palco per i ringraziamenti di rito e regalare al pubblico una potentissima ‘Hour Of The Wolf‘ (il richiamo all’omonimo film di Ingmar Bergman non è affatto causale).
È uno dei brani più immediati e tradizionalmente hard rock che i Messa hanno in repertorio, assolutamente perfetto per chiudere alla grande questo ultimo show dell’anno e congedarsi, almeno temporaneamente, dai propri fan.
Non prima, però, di aver invitato tutti all’after-show party organizzato per l’occasione presso l’Headbangers Pub di Via Tito Livio.
A noi non resta che tornare a casa ed attenderne il ritorno, possibilmente con un nuovo album e un nuovo tour.
Noi saremo lì, in transenna ad aspettarli.
Milano, 15 dicembre 2023
Photo gallery
© Mario Carina
Messa
Fuoco Fatuo
no images were found
Un commento su “L’ultima Messa dell’anno”