Lucca Summer Festival 2024 | The Smashing Pumpkins
Lucca, 06 luglio 2024
Dal 1998 il Lucca Summer Festival anima la città di Lucca durante l’estate, portando nella splenida cornice delle Mura Storiche artisti di fama internazionale. Fondato da Mimmo D’Alessandro e Adolfo Galli è naturalmente vetrina per l’agenzia di spettacolo da loro presieduta ed è a tutti gli effetti uno degli eventi musicali più importanti e longevi d’Italia
Se l’inaugurazione della stagione 2024 è stata affidata ad Eric Clapton, noi arriviamo a Lucca sulla scia del richiamo dei The Smashing Pumpkins. In loro compagnia, in veste di special guest, Tom Morello, reduce dalla nuova frattura annunciata a gennaio che forse non ci farà più vedere più insieme i suoi R.A.T.M..
La serata inizia in perfetto orario, Tom Morello sale sul palco in veste solista. Napoleone, che dona il nome alla Piazza della città, è famoso per molte cose, una tra tutte la sua altezza. Morello non può certo definirsi basso, ma quello che riesce a fare da solo sul palco lo rende semplicemente immenso. La sua setlist è naturalmente basata su medley dei classici pescati dalla discografia degli Audioslave e R.A.T.M., con un sacco di intermezzi strumentali. La perfezione della sua esibizione è a livelli quasi imbarazzanti: una lezione di rock da manuale.
Un momento particolarmente epico? Quando ha suonato ‘Killing in the name of’, che è stata completamente ed unicamente cantata dal pubblico. Non poteva mancare, durante un assolo suonato con il plettro in bocca, la scritta ben visibile CEASE FIRE sul retro della sua chitarra, mostrata con orgoglio e speranza ai fan. Il suo è stato il grande show di un veterano ed icona del rock, il pubblico ha risposto con un coinvolgimento totale.
Onestamente dalla locandina di presentazione avevo inteso che Tom Morello avrebbe suonato qualche brano insieme ai The Smashing Pumpkins. Così non è stato, mea culpa per il fraintendimento, ma devo dire che è stato molto meglio così.
Dopo una pausa scandita da una playlist interamente basata sui Judas Priest, è il turno di Billy Corgan e soci. Nati a Chicago nel 1988, la carriera dei The Smashing Pumpkins è costellata di tanti successi che li hanno portati ad essere noti non solo al pubblico di nicchia grunge e alternative dei primi anni. La vera esplosione a livello internazionale, però, è arrivata nel ’95 con “Mellon Collie and the Infinite Sadness”.
A parte qualche brano estratto dall’ultimo disco (“Atum: A Rock Opera in Three Acts”, uscito in tre capitoli dei quali l’ultimo a maggio 2023) gli Smashing si sono concentrati sulla setlist che tutti si aspettavano: i grandi classici della loro storia. Quello che personalmente mi ha colpito è stata la percezione di un riarrangiamento, tale da rendere l’insieme molto più duro e distorto. L’impostazione scelta da Corgan e i suoi regala suoni parecchio metal e anche l’attitudine sembra virare molto in quella direzione. Anzi, è quasi specificata quando nelle presentazioni dei vari musicisti, Kiki Wong (chitarra solista) cita i Metallica.
Anche ballad come ‘Tonight, Tonight’, ‘Disarm’ e ‘1979’ si sono godute una nuova veste, con un tocco molto più rock rispetto alla versione disco. Questi dettagli, queste piccole variazioni nelle melodie, sono stati il quid in più che ha reso il concerto ancor più sorprendente e non banale.
Durante le quasi due ore di live, il pubblico è stato sempre molto partecipe. L’alta età media dei presenti significa che gli Smashing Pumpkins sono stati in grado di far uscire di casa i fan della prima ora. E a conti fatti, a fine serata con le luci spente, in giro per Lucca si è respirata un’aria di soddisfazione e appagamento.
Da un punto di vista meramente tecnico, eventi simili possono portare qualche disguido ma la realtà è che i suoni sono stati gestiti benissimo. Soprattutto per la componente rock/metal che ha preso il sopravvento rispetto alle atmosfere un po’ più eteree che ci si poteva aspettare dai The Smashing Pumpkins. Ma, come già detto, anche Tom Morello ha voluto costruire un set basato sulla potenza dei suoni e questo ha fatto sì che la serata raggiungesse, in toto, un’apice sperato ma inaspettato.
Rispetto a 5 anni fa, quando furono la spalla dei Tool a Firenze, gli Smashing Pumpkins hanno fatto sicuramente un’ulteriore crescita. Questa virata verso il rock più duro e le distorsioni è parecchio evidente. È una scelta che mi ha fatto apprezzare parecchio lo show nella sua interezza, facendomi tornare a casa decisamente appagato da entrambi i grandissimi protagonisti della serata.