La storia della musica alternativa: POST-CSI live a Roma
Mai come in questa sera, 18 luglio, Roma è davvero la capitale.
Quantomeno Roma Nord.
Quantomeno lo è stata per la musica.
I flyer sparsi per il circolo sportivo Andrea Doria recitano questo: “Insieme sul palco la storia della musica alternativa in Italia”.
Non si può evitare di dare ragione all’autore del suddetto, dal momento in cui il pubblico capitolino assisterà ad un live che avrà del memorabile, quello dei Diaframma in una lunga e meravigliosamente segnante apertura ai Post – Csi.
Bipedi nostalgici si aggirano per i campi del circolo vestiti di stoffe stropicciate altrettanto melanconiche che ritraggono un Federico Fiumani sformato, chitarrista e frontman dei Diaframma, nonché unico superstite della formazione di un 1980 che stasera più che mai non sembra poi così lontano; anche chi veste un “CCCP” giallo su sfondo maglietta rosso, sembra perlustrare quasi attonito una location all’apparenza borghese e bellissima, di piscine, campi da calcio e ristorantini aristo – chic.
Nel momento in cui, alle 22.09, i musicisti, quei musicisti, inizieranno a camminare sul palco, si scoprirà quanto tutto ciò risponda al nome di sovrastruttura: da quel momento in poi esisterà solo la musica, un grande palcoscenico e un treno quasi surreale che di tanto in tanto passa e lo illumina dall’alto.
I brani proposti in quasi un’ora di live da Federico Fiumani (voce e chitarra), Lorenzo Moretto (batteria), Edoardo Daidone (chitarra) e Luca Cantasano (basso) corrispondono ad una sorta di greatest hits, etichetta che talvolta suscita nostalgia e ridicolezza, ma non nel caso dei Diaframma: l’akmè emozionale che si raggiunge con ‘Labbra blu‘, ad esempio, ne è la limpida testimonianza.
La band fiorentina si conferma ancora una rara e splendida realtà del post punk cantautoriale italiano.
Pochi minuti per il cambio strumentazione, ore 23.21: la storia sale sul palco.
Sì, perché lo spettacolo – è di un vero e proprio spettacolo, per gli occhi, le orecchie e il cuore, quello di cui si parla ora – a cui assisteremo, non si limiterà alla musica: i CCCP, i CSI, I PGR, gli EX-CSI e ora i POST – CSI fanno parte della storia di questo Paese, perché a volte le canzoni fanno le rivoluzioni.
Sul palco: Massimo Zamboni (chitarra), Francesco Magnelli (tastiere), Gianni Maroccolo (basso), Giorgio Canali (chitarra), Simone Filippi (batteria) e Angela Baraldi (voce).
Tanto potrà sembrare straniante ora il suono di questo nome, che ha preso da qualche tempo il posto di quello sempiterno di Giovanni Lindo Ferretti, quanto poi si rivelerà estremamente e splendidamente naturale e logico dal momento in cui la stessa impugnerà quel microfono e comincerà ad accennare ‘Esco‘: da quell’istante in poi tutti, nostalgici e non, abbiamo pensato che se doveva esserci un nome al posto di Giovanni Lindo Ferretti, quel nome non poteva che corrispondere a quello della Baraldi.
Il fatto che un gruppo di tale caratura abbia visto un cambio di leader così importante, con l’entrata in scena di una voce femminile, non turba o smarrisce affatto chi conosce e ama gli attuali Csi: chi pensa che ci fosse anche solo la più lontana delle intenzioni di scimmiottare un personaggio dal carisma proverbiale come quello di Ferretti è completamente fuori strada.
Mentre si ammirano le movenze affascinanti, la voce profonda, morbida e graffiante, la verve da animale da palcoscenico di Angela Baraldi – frutto anche di vent’anni di cinema e teatro – si ha in testa un solo pensiero: si è di fronte ad una donna nata per fare quello che fa.
La straordinaria, intelligente, brillante delicatezza con cui ha fatto suoi testi densi di storia e di significato come quelli dei Csi di Zamboni e Ferretti fa ben sperare che ci sia lunga vita per questa nuova formazione, come testimonia il disco presentato stasera, “Breviario partigiano“.
La Baraldi impregna ogni sillaba di quei testi di senso vero, di un’importanza e di una consapevolezza unici di cui rende tutto il pubblico partecipe.
L’intesa coi componenti del gruppo è invidiabile, l’armonia è mirabilmente percepibile.
Ad inizio concerto assistiamo alla bellezza di alcuni passaggi dell’ultimo libro di Massimo Zamboni, “L’Eco di uno sparo” e ad un monologo della Baraldi che introduce ‘Il nemico‘, uno dei pezzi che annunciano “Breviario partigiano” al pubblico romano.
L’emozione, mista a volte a commozione, al riascolto di brani come ‘Linea gotica‘, ‘Unità di produzione‘, ‘Occidente‘, ‘Annarella‘, ‘A tratti‘, ‘Forma e sostanza‘ è indubbia e felice.
La presenza, nel 2015, dei Post – Csi è una speranza per tutti coloro che pensano che la musica non sia solo musica.
La scaletta del concerto
- Esco
- Guardali negli occhi
- Linea Gotica
- Del mondo
- Senza domande
- Forma e sostanza
- In viaggio
- Unità di produzione
- Breviario partigiano
- Il nemico
- Occidente
- Depressione caspica
- Fuochi nella notte
- Vorremmo esserci
- Annarella
- In rotta
- A tratti
- M’importa ‘na sega