Paul Smith & The Intimations live a Londra: canzoni poetiche che restano nel cuore
I più riconosceranno Paul Smith come il carismatico leader dei Maximo Park, una delle band seminali dell’indie-rock britannico accanto a Bloc Party e Arctic Monkeys.
In realtà, Paul Smith è attivo da diversi anni sul fronte solista, e dopo il bellissimo e delicato “Margins” (2010) e il lavoro a quattro mani con Peter Brewis (già cantante dei Field Music), registrato nel disco più sperimentale “Frozen by Sight” (2014), quest’anno ha fatto uscire “Contradictions”, secondo lavoro solista coadiuvato dai The Intimations, trio di musicisti composto espressamente per l’album.
Dopo un breve tour di presentazione in giro per il Nord della Gran Bretagna, la band è arrivata a Londra lo scorso 8 settembre e si è esibita presso la Boston Music Room, una sala da concerti non troppo centrale, che per l’occasione si è presentata gremita di gente fin dall’inizio della serata.
Sul palco Paul Smith è simpatico, chiacchierone, ‘understated‘ come ci si aspetterebbe da un Inglese tipico ma al contempo umile ed accogliente.
Sa di trovarsi dinanzi un pubblico curioso e che non è ancora familiare col nuovo disco uscito da poco.
Nonostante ciò, si è da subito creata un’ottima alchimia fra gruppo e pubblico.
La band di Paul Smith si muove a suo agio fra le tracce di “Contradictions”, spesso abbreviandole o mescolandole l’una con l’altra, giocando anche a fare qualche cover – davvero delizioso l’accenno a ‘Romeo and Juliet‘ dei Dire Straits.
Qualche brano brilla più di altri, come è giusto che sia: ‘Fluid Identity‘, ‘I should Never Know‘ ed il singolo ‘Break Me Down‘.
A chiudere la serata è il medley ‘The Golden Glint + Fill In The Blanks‘, che arriva dopo quasi due ore di live soddisfacente, divertente e corposo.
Forse qualche cover dei Maximo Park mi avrebbe scaldato il cuore, ma va bene così: Paul Smith e i suoi The Intimations dimostra di essere ormai un songwriter maturo ed un performer completo, a proprio agio col pubblico.
Soprattutto, sono le sue canzoni poetiche, le parole come bozzetti di vita quotidiana ed eppure così vivida, a colpire e a restare col pubblico quando le luci si spengono.
Chapeau.
Ecco la photogallery del concerto
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