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Tanti applausi e molto entusiasmo: Editors live a Roma

Certo è che l’estate a Roma tarda ad arrivare, ed anche quella del 21 luglio è l’ennesima serata dove a farne le spese è la musica dal vivo: ad aggiungersi ad un panorama romano sempre più carente di spazi e di concerti ben prodotti ci si è messo anche il clima infausto.
Non se ne puó certo fare un dramma considerando le immagini che tutti ricordiamo dei grandi festival open air, ad iniziare da Woodstock, dove la pioggia non ha mai rappresentato un problema.
Sarà forse che a Roma la musica dal vivo non fa più grossi numeri, ed il clima diventa quasi un pretesto per starsene tranquilli a farsi i selfie in bagno…
La dimostrazione del disinteresse generale alla musica dal vivo ieri sera ha raggiunto il suo picco con le band gettate sul palchetto del Backstage Pub per il Rock in Roma Factory; carne da “line-check-al-volo” che non riesce a distrarre la fauna intenta nel consumare panini riscaldati e birra annacquata appena passata dai tornelli in attesa del main event della serata.
È in questo scenario che stasera si esibiscono gli Editors, con una platea che raggiunge un terzo dello spazio disponibile all’Ippodromo di Capannelle.

Alle 21:00 sul main stage è stato il turno dei teutonici Sizarr ad aprire le danze con il loro post rock elettronico adatto alle migliori serate morfiniche di Amsterdam.
Tengono bene il palco i ragazzi e lo svogliato pubblico di Roma ondeggia la testa ricordando quella volta in cui ha esagerato con l’amaretto.
Il trio tedesco convince, formazione senza basso con batteria sinth e chitarra, sulla quale  svetta una voce cupa e malinconica che ben si adatta alle loro atmosfere: basi a cannone e suoni mandati dalle retrovie forniscono il tocco in più che distingue spesso i brani proposti.
Nome segnato sulla moleskine e la promessa di reincontrarci nell’i-pod al prossimo hangover.

Buio e base electro con una bella voce femminile, il palco si tinge di rosso.
La base si affievolisce ed entrano i beniamini del caloroso, seppur scarso, pubblico romano.
Impianto delle grandi occasioni e tanta energia della band fin dalle prime note: la cassa ti prende bene allo stomaco e si inizia a saltellare.
Il quintetto di Birmingham si dimostra subito impeccabile e sa come farsi amare.
Padronanza tecnica al top e carisma del cantante Tom Smith, che sa essere mattatore della serata con le sue movenze sgangherate, un provetto incrocio tra Ian Curtis e Chris Martin appollaiato sul pianoforte che con la voce non sbaglia una virgola.
Gli applausi si sentono e l’entusiasmo non si spegne nemmeno al suo pronunciare “grassie Milano”: ad un concerto metal non lo avrebbero perdonato, ma i new radical sottopalco accettano le sue pronte scuse.
La scaletta è un classico “best of” che per un ora e quaranta ben naviga tra i brani dei 4 album targati Editors.
Gran momento al rintocco dei profondi accordi di pianoforte di The racing rats, picco emozionale dello show.
Tutto il concerto è filato via euforico e fresco, con le chitarre (a volte tre) ben distribuite armonicamente sulle precise linee di basso di Russell Leetch e le parti di sinth, che quasi senza farsi riconoscere hanno strizzato l’occhio a quel sinth pop anni ottanta che tanto ci piace.
Non ci sono stati virtuosismi tecnici o lunghe improvvisazioni, ma d’altronde nessuno le voleva: eravamo tutti sottoplaco per saltare e divertirci ascoltando un post rock danzereccio fatto bene con brani ben scritti e ben eseguiti.
E questo abbiamo avuto.
Un piccolo momento di solismo Tom Smith se lo è concesso nel bis, quando ha imbracciato una chitarra acustica e si è cimentato in un arrangiamento blueseggiante di The Weight.

Peccato davvero non aver visto più pubblico, perchè i bei concerti meritano di essere visti anche se forse piove, anche se stanno a Roma.
Mi concedo le ultime righe per menzionare le band che hanno avuto il compito di allietare la cena del pubblico disinteressato e distratto per il Rock in Roma Factory: Mad Shepherd, Moods, Dogmate.
Ad ognuno di loro auguro di scavalcare il muro e di esibirsi sul palco vero, difronte ad un pubblico attento.
La musica dal vivo, a Roma, sono anche loro.

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