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Altre forme di Morgan: Bluvertigo live ad Arezzo

Alla tenera età di 17 anni, mi capitò per caso tra le mani un album.
Di solito perlustravo attentamente la collezione di cd dei miei genitori, sempre alla ricerca di qualcosa di nuovo da ascoltare, e fu lì che lo trovai: Era “Metallo non Metallo” (1997) dei Bluvertigo.
Sin dal primo ascolto mi piacque molto, mi incuriosivano sia i testi sia la musica.
C’era un’alchimia pazzesca in quello che sentivo, una magia che è difficile da spiegare a parole. Insomma, avvenne quello che in molti chiamano colpo di fulmine.
Da lì in poi c’è stata sempre una certa curiosità che mi ha spinto a seguire la storica band di Monza capitanata dal celebre Marco Castoldi (in arte Morgan) e Andrea “Andy” Fumagalli.

Sono passati sette anni da quella mitica scoperta, e finalmente ho avuto la possibilità di sentirli live, dopo la recente reunion del 2014.

Carica di mille aspettative, il 7 agosto parto alla volta di Arezzo in occasione del Simmetrie Festival, festival che fa parte di un progetto di più ampio respiro, con lo scopo di valorizzare la cultura e il territorio tra Arezzo, Cortona e il resto della Val di Chiana attraverso musica, teatro, cinema e molto altro ancora.
Il palco si trova nella splendida cornice di piazza San Domenico, in pieno centro storico.
Al mio arrivo però sono un po’ delusa nel trovare poche centinaia di persone ad aspettare il concerto di Morgan & co., ma come si suol dire, meglio pochi ma buoni.

Dopo un po’ di attesa Andy, Morgan, Livio Magnini, Sergio Carnevale, Marco Pancaldi e Daniele “Megaherz” Dupuis salgono sul palco.
Tutti sono concentrati, il silenzio sulle note dell’intro pervade i presenti, ma non appena si sentono le note di ‘Fuori dal Tempo‘, alla frase «Ti piacciono le riviste di meccanica?» inizia un vero e proprio delirio da parte del pubblico.
Segue ‘Le Arti dei Miscugli‘, ma i ragazzi sembrano un poco fiacchi e vanno a rilento. Poi, è con ‘Sotterraneo‘, e tra una lattina di Redbull e due chiacchiere con i fan, che il concerto decolla e il vero spettacolo inizia.

Molti sono i brani di repertorio proposti, come ‘L’Assenzio‘, ‘L.S.D.‘ (che raccontano essere stato il primo scritto in italiano dopo un iniziale periodo in cui era l’inglese a predominare), passando poi per ‘Il Dio Denaro‘, ‘Ideaplatonica‘ e ‘Decadenza‘.
A metà concerto arriva la cover di ‘Heroes‘ di David Bowie, e lì ho un tuffo al cuore: sembra tutto studiato apposta per chi, come me, è una veneratrice del Duca Bianco.

Se all’inizio i Bluvertigo sono sembrati un po’ scarichi, va detto che era solo questione di “ingranare la marcia”: suonano, scherzano col pubblico, cambiano gli strumenti e ci danno dentro come non mai.
Il tempo scorre velocemente quando ci si diverte, e purtroppo ci si avvicina alla fine con ‘La Crisi‘, ‘Andiamo a Londra‘ e ‘Troppe Emozioni‘, ma il pubblico non è sazio ed ha ancora fame di qualche brano.
Ecco allora che arriva il bis, che si conclude con la famosissima ‘Altre Forme di Vita‘, che vede Morgan dopo aver suonato il piano, il basso e la chitarra, cimentarsi anche alle percussioni, prendendo il posto di Sergio.

I Bluvertigo riescono a reggere il palco per più di due ore di concerto con un Morgan d’eccezione, adrenalinico e carico più che mai, che si completa attraverso l’unione con gli altri componenti.
Si riesce anche a leggere la soddisfazione sui volti delle persone, a dimostrazione di una performance a dir poco eccezionale.
Mentre ascoltavo il concerto e mi godevo lo spettacolo, mi sono resa conto di quanta consapevolezza ci sia dietro al loro lavoro, sia a livello di composizione che a livello di testi: niente è lasciato al caso ed è impossibile non notarlo.
Direi quindi che la ragazzina di 17 anni, dopo la casuale scoperta, è riuscita a realizzare un piccolissimo sogno nel cassetto con immensa soddisfazione.

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