Lindsey Stirling, “The Duality Tour” arriva in città
L’incredibile spettacolo di Lindsey Stirling conquista Milano nell’unica data del suo ‘Duality Tour’ al Teatro Degli Arcimboldi
Un caleidoscopio di suoni, colori ed emozioni per uno spettacolo dall’immenso potere evocativo
Milano, 29 ottobre 2024
L’aspetto che maggiormente apprezzo di questo lavoro che mi porta a condividere con chi avrà tempo e voglia di leggerle le mie impressioni sui concerti a cui questo magazine mi dà la possibilità di partecipare, è che non sai mai cosa aspettarti. A volte ti capita di andare a vedere un’artista o una band che apprezzi, senza sapere se faranno lo show della vita o se magari li beccherai in giornata no. Oppure ti capita di osservare il gruppo di supporto, che di solito – oltre a parenti ed amici – conoscono giusto in quattro, e finisci per innamorartene perdutamente. Oppure ancora, può capitarti – per necessità o per mera curiosità – di trovarti ad un evento talmente al di fuori dal tuo perimetro abituale che appena entrato ti chiedi seriamente ‘ma io che diavolo ci faccio qui?’
Più o meno quel che è capitato ieri sera, quando mi son ritrovato nel foyer del Teatro Degli Arcimboldi, circondato da un pubblico variegato ed eterogeneo in cui genitori con figlie al seguito si mischiavano con distinte coppie di mezza età e con esponenti maschili e femminili di quella milanesità posh, così tipica del capoluogo meneghino. Ma anche tanta gente comune.
La fortuna ha voluto che per questioni di tempo non sia riuscito a passare da casa, e quindi ancora in tenuta di ufficio sono bene o male riuscito a mimetizzarmi in quella folla così diversa da quella che di solito popola il mio habitat naturale, quello delle sale da concerto rock. Tanto che al posto della solita birretta pre-concerto, per un microsecondo mi è venuta la tentazione di ordinare un Bellini, pensiero prontamente censurato dal mio sistema nervoso parasimpatico.
Ho quindi ripiegato su una bottiglietta di acqua vulgaris e mi sono addentrato in platea, per raggiungere l’ottimo posto a sedere che mi è stato riservato per questa serata. Nei sedili di fronte al mio un papà cerca di contenere l’incontenibile entusiasmo della propria bimba, evidentemente impaziente di assistere allo show. Sono solo le 20:00, e manca ancora un’ora all’inizio, quando sul palco si palesa Nya, una cantante americana di discendenza portoricana, particolarmente avvenente ma soprattutto dotata di un ottimo apparato vocale, di cui farà sfoggio per la successiva mezz’ora. Il suo genere è quello di un soffuso pop con qualche influenza jazz, sicuramente esaltato dalle apprezzabili tonalità di cui si colora la voce di questa Nya. Niente per cui urlare al miracolo, ma sicuramente apprezzabile per impegno e professionalità.
Se avete letto quanto meno il titolo dell’articolo, avrete compreso che la principale protagonista di questa serata sarà Lindsey Stirling, una violinista e compositrice americana di classe mondiale che deve parte della propria notorietà alla sua partecipazione all’edizione del 2010 di “America’s Got Talent”, in cui arrivo alle finali sfoggiando – oltre all’invidiabile tecnica strumentale – una notevole propensione per la danza. E, nelle sue performance, queste due attitudini si fondono per dar vita ad uno spettacolo tanto inusuale quanto accattivante in cui musica, danza e spettacolo si uniscono per dar vita ad uno show caleidoscopico ricco di colori, sfumature e musica senza tempo su cui sarebbe inutile calare delle etichette.
Si passa tranquillamente dal pop al hip hop e dalla musica classica al musical ma non mancano neppure incursioni ambient e sprazzi di new age, in cui il violino è assoluto protagonista nelle nostre orecchie, mentre i nostri occhi sono impegnati a riempirsi delle evoluzioni che Lindsey ed il corpo di ballo che la accompagna ci offriranno per una buona ora e mezza, in un turbinio di costumi cha cambiano a seconda del brano proposto. Uno spettacolo in puro stile Las Vegas, che può a tratti ricordare qualcosa del Cirque Du Soleil per questa commistione di musica e danza acrobatica. Nota di merito per i due musicisti che la accompagnano: alla destra del palco troviamo infatti un batterista, mentre alla sinistra un polistrumentista si destreggia tra chitarre e tastiere, per costruire le basi sui cui si innesta il violino della nostra Lindsey.
Se le doti musicali della Stirling sono facilmente riscontrabili nella musica che propone, è la sua fisicità che ci stupisce. Dall’alto dei suoi trentotto anni Lindsey non è più certo una giovincella, ma vederla suonare mentre volteggia sul palco, o spicca il volo per avventurarsi in acrobazie che fanno venire il fiatone solo a guardarle, ha davvero dello stupefacente.
Lo spettacolo di questa sera fa parte del “The Duality Tour”, che prende il nome dal suo settimo e per ora ultimo album. Uscito nello scorso mese di giugno, “Duality” è una sorta di viaggio introspettivo che getta uno sguardo su come ognuno di noi gestisce i propri conflitti interni. Ben dieci dei pezzi che lo compongono troveranno spazio nella set list di questa serata, che comunque non disdegna di gettare uno sguardo anche su lavori passati, da cui vengono estratti un paio di brani a testa.
Da profano al suo primo contatto con questa poliedrica artista, non ho badato tanto ai titoli delle canzoni. Mi son lasciato trascinare dal potere evocativo di quello che, a tutti gli effetti, è uno spettacolo a 360 gradi, unico nel suo genere e straordinariamente affascinante. Quando un’artista teoricamente così lontano dalla tua comfort zone riesce ad infrangere le barriere e a coinvolgerti su più livelli come questa sera Lindsey Stirling è riuscita fare, non possiamo che unirci al pubblico accorso agli Arcimboldi per tributare con una standing ovation una performance ed un’artista che davvero trovano pochi pari al mondo.