Levante live a Brescia: cuori e voce in libertà
Una Latteria Molloy gremita accoglie il ritorno a Brescia di Levante, tappa datata 14 novembre del tour invernale del nuovo disco “Abbi cura di te”. Accompagnata dalla consueta band di quattro elementi su un palco che porta il nome Levante a caratteri cubitali e luminosi, la cantautrice siciliana di origine e torinese di adozione si esibisce in un lungo concerto attingendo a piene mani dai suoi due album di successo, imbracciando saltuariamente la chitarra e puntando decisamente sulle doti vocali e sull’innegabile presenza scenica.
Maglia bianca a cuori rossi, giubbetto di pelle nera che durerà ben poco, Levante attacca con ‘Duri come me‘, pezzo moderatamente agitato con un suono incisivo e una voce che si mostra ispirata. La stessa voce prende una piega più soul per la title-track dell’ultimo disco, ‘Abbi cura di te‘, una classica melodia pop romantica che si apre nel refrain. Dopo la rottura del ghiaccio, ci si sposta su ritmi più festosi e vivaci, la voce di Levante sale pulita e senza essere forzata per il ritornello allegrotto di ‘Sbadiglio‘, in altri passaggi esce con maggiore caratterizzazione e personalità ma perdendo quella spontaneità che lascia piacevolmente colpiti.
L’apporto musicale è più che adeguato e trova spazio nei brani tirati, come la rockeggiante ‘Tutti i santi giorni‘ in cui Levante canta in maniera più graffiante e ruvida, e ‘Le lacrime non macchiano‘ con un buon tiro e una buona esecuzione, che arriva bene anche nelle imperfezioni. I passaggi lenti sono pochi, prediligendo pezzi più sostenuti e che permettono a Levante di prendersi libertà vocali e spaziare attraverso stili e generi diversi, come il divertente pop rock di ‘Pose plastiche‘ e l’incisiva e coinvolgente ‘Contare fino a dieci‘ che la vede riprendere in mano la chitarra.
Si esce sulle note languide e la base cupa di ‘Lasciami andare‘, illuminata dalla classica apertura vocale nel ritornello, ma c’è ancora in sospeso un bis consistente. ‘Senza zucchero‘ in versione intima con le sole tastiere ad accompagnare Levante, ‘Cuori d’artificio‘ che apre bene e in modo diritto nel ritornello, ‘La rivincita dei buoni‘ in bilico tra la filastrocca della strofa e il ritornello melodico e vibrato. Arriva il momento di ‘Alfonso‘, canzone che ha lanciato e marchiato Levante, in un’originale esecuzione chitarra+voce, e se la chitarra fa le bizze prima di iniziare la voce viene presa e tirata su allo stremo e strattonata ma non sbaglia un colpo, anche là dove il coro del pubblico non riesce a giungere. C’è ancora tempo per ‘Memo‘, altro successo del primo album “Manuale distruzione”, e si chiude con un suono semi-acustico e ballabile e con la classica voce in libertà per la romantica ‘Biglietto per viaggi illimitati‘.
Una scaletta lunghissima, che presenta Levante più in veste di cantante che non cantautrice o chitarrista, ed è anche la presenza di un gruppo valido di musicisti a consentirle questo approccio. Un meritato successo di pubblico, per un’esibizione più pop che rock ma che non vuole rimanere negli schemi e gioca con i ricorrenti vocalizzi e sui testi frizzanti.
Photogallery della serata a cura di Giada Arioldi
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