La Musica può fare 7, la favola del Club 33 Giri
Il calcio e la musica hanno tantissime cose in comune.
Mettono insieme persone di origini ed estrazioni diversissime tra loro, sublimano i sentimenti di gioia e sconfitta, di amore e delusione ma soprattutto il calcio è uno degli incubi peggiori di chi organizza un festival estivo.
Ho visto eventi crollare sotto il peso di una partita della nazionale finita ai rigori dopo infruttuosi tempi di recupero. Quest’anno però dal momento che, quantomeno rispetto al calcio, la musica nel nostro paese è in controtendenza il commissario tecnico della nazionale, ben foraggiato dalle lobby dei promotori musicali, ha pensato bene di regalarci un’estate fatta di date fissate nella più completa tranquillità.
La Musica Può Fare, arrivato ormai alla settima edizione, è uno di quei festival che calcisticamente verrebbero definiti “la favola del club 33 giri”. Un evento quasi interamente autofinanziato e senza scopi di lucro, ma con una mission fatta di volontariato che devolve ogni anno parte dell’incasso ad un’associazione diversa.
Quest’anno l’associazione scelta è L’aura, una ONLUS, presieduta da Floriana Malagoli, che si occupa di senza fissa dimora e che grazie anche all’aiuto dei ragazzi del Club 33 Giri riesce a fornire assistenza ed ospitalità a tante persone nella provincia di Caserta.
Come da tradizione La Musica può fare è un festival che comprende varie forme di espressione, certamente tra queste la musica è il perno centrale ma è sempre affiancata da validissime iniziative. Quest’anno ad esempio a fianco del palco principale c’erano il live painting di Andrea Spinelli e le mostre fotografiche di Mariano De Angelis e di Quadratum Lab.
Per certi versi il calcio ha influenzato in modo preponderante quest’edizione dal momento che a seguito delle norme entrate in vigore per gli eventi live successivi ai fatti di Torino, quando in occasione della finale di Champions tra Real Madrid e Juventus ci furono gravi disagi di orine pubblico anche gli organizzatori de La Musica può fare hanno dovuto prendere atto che la storica sede di Villa Cristina, a Santa Maria Capua Vetere, non era più adatta ad ospitare l’evento. Ciò ha portato la carovana musicale a spostarsi il 24 giugno nell’Arena Ferdinando II di San Nicola la Strada (paese in provincia di Caserta), da sempre associato alla musica essendo la casa di uno dei primi locali a proporre musica live sul territorio.
Il palinsesto ha visto salire sul palco per primi Tartaglia Aneuro, band che con un sound che spazia tra tradizione napoletana, pop e world musica ha letteralmente acceso la serata anche grazie ad Andrea Tartaglia, frontman della band ed autore di molte delle canzoni proposte tra cui il tormentone nato all’interno del fortunato progetto “Capitan Capitone e i fratelli della Costa” ‘Le Range Fellon‘. Oltre al loro cavallo di battaglia ci sono stati altri brani estratti dall’ultimo album uscito di recente ‘Oltre’, ed un intermezzo molto intenso con Alfonso D’Auria. Il modo migliore per aprire le danze, nel vero senso della parola, avendo Andrea abbattuto il muro tra palco e pubblico in più di una canzone.
A luci ormai basse ecco sul palco i Malmö, band post rock, che si è fatta conoscere grazie al suo primo album uscito per Manita Dischi, “Manifesto della chimica romantica”.
Il loro live è emozionante, il vero picco della serata, il sound rimanda ad echi degli anni Novanta, che ormai non sempre trova gli spazi che meriterebbe. Chitarre elettriche e tanto cuore, oltre a degli arrangiamenti sontuosi, i Malmö incantano l’arena Ferdinando II ammutolendo il pubblico e lasciando la sensazione che questo tipo di Festival siano davvero casa loro.
La proposta musicale del Festival è varia e non lascia da parte nulla, tra l’altro sul territori campano si prova a far rete tra gli organizzatori di eventi essendo presenti ieri sera anche alcuni tra i promotori di altri festival importanti come il Disorder, Il Radici festival, lo Scampia Music Fest ed il Farci Sentire. Alcuni tra i principali appuntamenti per la musica live nell’estate campana.
Maiole è il penultimo artista a salire sul palco de La musica può fare, un producer casertano che però si è fatto conoscere fuori casa avendo aperto date di artisti importanti come Cosmo e Tycho oltre a varie date in giro per lo stivale. Facendo base a Bologna si è imposto sulla scena elettronica nazionale con album come l’ultimo “Music for Europe”.
La sua performance lascia intravedere una transizione verso una forma canzone più pop-oriented, essendo presenti anche liriche composte dallo stesso Maiole. Il live è uno dei più partecipati ed anticipa alcune canzoni dal disco che uscirà il prossimo autunno. Proprio in virtù della forma ancora sperimentale della formazione a cui si sono aggiunti un chitarrista ed un batterista elettronico il live risente del poco rodaggio per poi prendere quota con l’incursione di Masamasa conterraneo ed amico di Marco Maiole, insieme confezionano un paio di brani voce e chitarra che radunano un bel po’ di persone sotto al palco.
La chiusura è affidata alla band padovana Hit-Kunle, una delle realtà più interessanti del panorama emergente italiano. In questa attività di scouting La Musica può fare ci ha sempre visto lungo, lanciando formazioni come Ex-Otago, un Giovanni Truppi accompagnato da un tale Francesco Motta ed ora è la volta della band targata Bello Records, già fucina di talenti come Any Other.
Folake Oladun alla chitarra ed alla voce è un vulcano di ritmo e armonie, la batteria di Marco Mason e il basso di Massimiliano Vio la seguono a meraviglia presentando quasi tutti i brani del loro primo album “In the Pot”.
Il loro tropical rock è l’ingrediente finale di una serata che ha unito musica disegni, storie e parole.
A condurre come sempre Giulio Caputo che ha scandito i ritmi ed i cambi palco.
Certo, è un’estate senza la nazionale di calcio, ma come per il rettangolo verde non si tratta mai solo di ventidue persone che corrono dietro una palla a La Musica può fare, per il settimo anno consecutivo, non si è trattato solo di persone che erano lì per ascoltare musica, c’era tantissimo altro nascosto tra l’impegno, l’armonia e le note.