Home Festival 2016 Day 1: Welcome Home
Benvenuti a casa. È questo il banner che accoglie gli ospiti all’Home Festival di Treviso, giunto quest’anno alla settima edizione, che si apre il 1 settembre nella Zona Dogana. Cosa ci si può aspettare, è già chiaro dal parcheggio: tra gli avvisi appare un cartello di divieto: “Ricordiamo che il parcheggio riservato ai dinosauri è esterno all’area” e così via per le decine di metri che separano dall’entrata. Agli organizzatori piace ridere, è chiaro, ma è altrettanto chiaro che, in quanto ad organizzazione non si scherza. Forze dell’ordine, security, operatori sanitari, tutti presenti, ma con l’estrema discrezione di chi è là per assicurarsi che tu stia bene, nulla di più. Mentre per la crisi da ‘raccolta differenziata’, che da sempre colpisce l’italiano medio in luogo pubblico, all’Home Festival c’è un assistente per indicarti il cestino giusto. Risultato? Tutto perfettamente in ordine e pulito, nel totale rispetto del pianeta. Come a casa mia, appunto.
L’area è vastissima: 103.560 metri per 8 palchi, 160 show tra live, dj set e presentazioni di libri e dibattiti culturali, ben 500 volontari coinvolti e oltre 90 aziende che lavorano dalla logistica al food. Novità di quest’anno, l’area attrezzata ‘Garden’ dedicata al camping e completa di ogni comfort.
Altra novità, una giornata gratuita di apertura in collaborazione con Aperol Spritz, il 31 agosto, i cui palchi sono stati animati da gruppi locali.
I suoni che trapelano dall’Isko tent, sono quelli di Davide Vettori, che dà il via alla serata con estrema allegria. Il sole è ancora alto e il pubblico non è numeroso, ma lui è coinvolgente, canta e si muove con passione e come dargli torto? Che ascoltino in pochi o tanti la musica va trattata con cura!
La programmazione è posticipata di mezz’ora, con buona pace del pubblico, che gira sereno tra gli stand, colorati e ‘stilosissimi’. Prendo un bicchiere ‘de vin bon’, come dice il cartello e me ne vado dritta da i Ministri.
Il concerto è tra le date del ‘Cultura Generale tour’, che dal 2015 sta portando la band a macinare numerose date e chilometri, fino a solcare palchi piuttosto importanti, come quello dello Sziget Festival a Budapest.
Lo show si apre con ‘Cronometrare la polvere’, prima traccia proprio dell’ultimo album “Cultura Generale” e prosegue lasciando largo spazio anche a quelli meno recenti, ma sempre richiesti e molto apprezzati: ‘Comunque’, ‘Tempi bui’, ‘Diritto al tetto’, ‘Una palude’ e via dicendo. L’audio, neanche a dirlo pulito ed equilibrato.
Per descriverli mi viene da dire che sono dei mostri, che sono delle cavallette, ma ad immaginarle poi sembrano cose brutte e invece loro sono uno spettacolo, per tutti e 5 i sensi: l’energia dei Ministri la senti vibrare anche con gli occhi chiusi e le orecchie tappate. In particolare poi, il palco dell’Home Festival li ha visti in forma, non si sono risparmiati, né loro, né il pubblico.
Piccola pausa per dare un’occhiata al Circus, dove troviamo Jack Jaselli a piedi scalzi e band a seguito.
Ma è già il momento de I Cani, accolti anche loro da un vasto pubblico, di media però, più giovane. D’altra parte, è stato proprio il popolo web a sostenere il loro esordio e nell’epoca dei servizi fotografici, è sicuramente apprezzabile un gruppo che voglia mostrarsi poco e cantare molto.
Riguardo allo show, devo essere onesta: tra “i cattivi che non sono cattivi” e “l’animale strano vegano”, non sono riuscita a seguire bene tutto il discorso, ma poco importa. Il pubblico dondolava con rispetto e cantava di gusto quindi va anche bene così. Tra i brani ‘Questo nostro grande amore’, contenuto nell’ultimo album “Aurora” del 2016, poi ‘Protobodhisattva’, ‘Wes Anderson’, ‘Le coppie’, ‘FBYC (Sfortuna)’, in una carrellata allegra tra le righe dei tre album pubblicati. Le luci avevano il loro fascino: le proiezioni alle spalle e i controluce dei fari posteriori creavano un’atmosfera interessante.
Un’altra pausa di circa mezz’ora ed una capatina dai Selton, alla tenda Circus. I Selton sono un gruppo folk rock brasiliano residente a Milano. Folk-rock: abbinata geniale! A vederli sembrano quattro bravi ragazzi dal viso pulito e lo sguardo sveglio. Sorridono, sono complici e i suoni sono davvero freschi. Se avessi avuto più tempo li avrei ascoltati di più. Mi rifarò! All’Isko Tent intano si susseguono, Yakamoto Kotzuga e Dardust.
Non passa molto prima che si faccia folla sotto al palco principale di Home Festival. Lo spazio per il pubblico è notevole, eppure, al nome Editors tutto diventa più piccolo.
Penso che il panorama musicale si divida in due: i gruppi su cui si aprono discussioni, e quelli che quando suonano, zittiscono tutti. Gli Editors sono tra i secondi: possono piacerti oppure no, ma almeno una volta dal vivo li devi vedere. Reduci anche loro dallo Sziget Festival, sono atterrati in Italia per una delle due date nel nostro Paese.
A giudicare dal gran vocione, mi aspettavo un cantante grande e grosso, invece mi sono ritrovata davanti un ragazzo longilineo, che disegna la musica nell’aria con le mani. Tom Smith, voce e pianoforte, occupa tutto il palco: destra, sinistra, in alto sopra il piano, non c’è una parte del pubblico che non si possa sentire osservata è coinvolta.
Numerosi i brani tratti dall’ultimo album “In dream” del 2015: ‘No Harm‘, ‘Ocean of Night‘, ‘Forgiveness‘, ‘All the Kings‘, ‘Marching Orders’, ma anche i successi del passato: ‘Sugar‘, ‘A ton of love‘, ‘Formaldehyde‘ e la celeberima ‘Papillon’, brano particolarmente apprezzato dal pubblico.
A circa mezz’ora dall’inizio la pioggia rischia di dare qualche fastidio, ma fortunatamente dopo qualche goccia decide di smettere. Originali e innamorati di ciò che stanno suonando: mi chiedo se gli Editors suonino più per amore della musica o per noi del pubblico, sta di fatto che sono impeccabili.
Concluso il main stage, una sbirciatina al Circus per i 2manydjs che dopo poco fanno saltare e ballare il pubblico più instancabile.
La prima giornata di Home Festival è davvero intensa e le prospettive per le prossime serate sembrano buone. Se questa è l’accoglienza che ci viene riservata non resta che dire: benvenuti a casa.
Per le immagini si ringrazia Ph. @homefestival