Giorgio Ciccarelli live a Milano: ballate e distorsioni
È uscito il 6 novembre “Le cose cambiano” (qui la recensione), disco d’esordio della nuova carriera da solista di Giorgio Ciccarelli, dopo il lungo percorso con gli Afterhours e una serie di altri side projects (Colour Moves, qui la recensione).
Ed è proprio il 6 novembre che sul palco del circolo Arci Ohibò di Milano che sale Giorgio Ciccarelli accompagnato dalla sua band per presentare questo lavoro, un nuovo inizio come già il titolo vuole farci presagire.
Su quello stesso palco si presenta in incognito, nel buio più totale ad eccezione del batterista, La Governante, interessante e originale gruppo di origine siciliana, che ricrea un’atmosfera sonora da anni Ottanta pieni (quelli che piacciono a noi), balzando qua e là attraverso una serie di riferimenti, che siano post-punk oppure synth-pop molto oscuro, ma anche distorcendo tra un dream-gaze che finisce nel noise rock di inizio anni Novanta. Un po’ schizofrenici ma senza dubbio coinvolgenti.
Ricordo la prima volta che vidi dal vivo gli Afterhours. Era il 2003, io ero alla transenna sul lato destro del palco, e davanti a me c’era un chitarrista coi baffi e gli occhi chiari, i capelli lunghi e lo sguardo impassibile e fisso in avanti. Nei numerosi concerti che ho visto in seguito, questo modo di presenziare sul palco di Giorgio Ciccarelli mi ha sempre affascinato, l’ho sempre trovato bello da vedere. Ma ‘Le cose cambiano‘, come recita il titolo del disco e pure la title-track scelta come apertura del concerto, campionature distorte e volumi d’atmosfera, e Giorgio Ciccarelli si mette al centro della scena, i riflettori sono puntati su di lui. Ciò che nel disco suona piuttosto elaborato e frutto di un grosso lavoro di produzione, dal vivo appare più ruvido e imperfetto e questo ha un ritorno sorprendente: si incrociano diversi modi di concepire la musica e il rock, frutto dell’esperienza e delle influenze di tutta la carriera, e Giorgio Ciccarelli cerca di lasciare la sua impronta, sempre mantenendo quell’aria un po’ sfuggente.
La parte iniziale della scaletta racchiude una coppia di pezzi che hanno una marcia in più, due ballate rock leggermente velate di distorsioni, con un cantato naturale e per nulla forzato, ‘Trasparente‘ con un taglio più classico, ‘Più vicino‘ che aggiunge un inciso ficcante e si chiude con un doppio giro di chitarre distorte, piacevole reminescenza dei primi anni Novanta. ‘Questo sì che sarà un no‘ e ‘Tu sei l’onda‘ si assestano pure su questa struttura, un rock morbido in cui Giorgio Ciccarelli si esprime con naturalezza e in modo brillante, condendo una melodia semplice con intermezzi distorti. Si vira su un passaggio più greve e dark per ‘La vita in generale‘ che ad un certo punto riparte leggera, per poi andare in chiusura con ‘Venga il regno‘, un bel tiro musicale ma con la voce un po’ troppo forzata, e saltare indietro di quindici anni, quando Giorgio Ciccarelli suonava nei Sux! e cantava ‘Bella giornata‘.
C’è spazio per un bis, nel senso primo del termine dato che come ribadisce lo stesso Giorgio Ciccarelli i pezzi del disco sono stati suonati tutti e si ripropongono dunque i passaggi migliori del set, le azzeccate ‘Trasparente‘, ‘Più vicino‘ e ‘Questo sì che sarà un no‘. È su questa linea che Giorgio Ciccarelli ha qualcosa da dirci, ora che ha deciso di metterci la faccia e la voce, accompagnato da un gruppo valido e mettendo a frutto due decenni di esperienza e di lavoro ad alti livelli.