Garbage, la scintillante malinconia degli anni ’90
Roma, 08/07/2019
Nella verde cornice di Villa Ada, sul palco del festival Villa Ada Roma Incontra il Mondo sono attesi i Garbage capitanati dalla carismatica Shirley Manson.
L’alternative rock della band statunitense è un sound che ha segnato diverse generazioni, riempendo con le proprie note audaci il decennio più “pop” rock che si possa ricordare, gli anni Novanta.
Il pubblico presente alla serata ne è la chiara dimostrazione: non sono molti i quindicenni pronti al pogo, anzi.
L’affluenza è varia, vi sono persone di varia estrazione ma per lo più si tratta di nostalgici over 40 nei quali è evidente il rispetto per la musica che arriva dal palco palco e i cui occhi sono pieni di quel legame affettivo tipico che si forma con le band che hanno segnato la propria adolescenza.
La voglia di scatenarsi è non indifferente e si sprigiona nel momento in cui la band sale sul palco e inizia il proprio set dopo gli opening di Gomma e Violet Blend.
Peccato per quanto accaduto nell’area del Mini D’ADA, il palco riservato alle band emergenti il cui ruolo è quello di intrattenere il pubblico prima dei concerti al main stage: a causa del tardivo (ed ingiusto) annullamento del concerto dei Panta, la fascia oraria della cena è rimasta senza il suo live.
Sono quasi le 21.45 quando sul main stage sale una formazione che sembra resistere al tempo.
La bellissima Shirley Manson sfoggia un taglio di capelli particolare ed è altrettanto particolare il suo vestito: molto ampio, giallo, quasi barocco e dalla forma cilindrica.
Fresco, forse?
Perché nell’attesa che la serata decolli a Villa Ada la temperatura continua a salire e l’umidità sconvolge ogni tentativo di pettinatura e di respiro.
«The world might end, the night might fall» sono le prime parole dei Garbage che aprono la serata con ‘Control’: la sensazione è quella di uno scoppio continuo di fuochi di artificio e come dice la canzone si inizia finalmente a perdere un po’ il controllo.
L’atmosfera si fa sexy con ‘#1 Crush‘, con le sue promesse e non buone intenzioni: gli anni ’90 iniziano a lanciare ai presenti sguardi dai mille significati, mentre certe sensazioni ed emozioni si vorrebbero rivivere nel presente, facendo del desiderio una spregiudicata liberazione.
‘Stupid Girl‘ ci riporta con i piedi per terra dopo un viaggio nello spazio che solo la voce di Shirley Manson è in grado di ricreare.
La Manson, che si dice più volte felicissima di essere a Roma, è emozionata nell’affermare che sono passati già venticinque anni dalla prima volta in cui i Garbage toccarono il suolo italico.
E all’Italia la band è molto legata, come dimostra anche la dedica a Carlo Martelli – tra il pubblico – con cui i Garbage lavorarono nei primi anni della loro carriera.
Ritmi groovy ci accompagnano in ‘Temptation Waits‘, tra voglie e debolezze, mentre non ci si può permettere un’ulteriore attesa.
‘Wicked Ways‘ ci regala anche uno snippet di ‘Personal Jesus‘ dei Depeche Mode, che ancor di più ci rende ancor più coinvolti da questa onda di celebrazione dei ’90s.
Distorsioni sintetiche ci ammaliano per poi farci avvicinare a ‘No Horses‘ prima dei ritmi serrati e alieni di ‘Dumb‘.
Di nome e di fatto, ‘Special‘ è sempre accattivante e divertente nel suo vibrare con dolcezza.
È invece un rock duro e puro quello della meravigliosa ‘Blood for Poppies‘, brano che fa tornare alla mente l’iconico video correlato.
La scaletta prosegue con la meditativa ‘On Fire‘ e si arriva sino ad uno dei brani più recenti della band, ‘Empty‘, brano caleidoscopico risalente al 2016.
Taglienti riff ci accolgono quando sul palco è il momento di ‘Vow‘ e poi la band ci comunica che sta per suonare il suo brano più rappresentativo, ‘Bleed Like Me‘.
Il groove di ‘I Think I’m Paranoid‘ rende il pubblico ancor più esaltato, sprizzando energia da tutti i pori e cullando con le sue sonorità coinvolgenti.
È il momento di ‘Push It‘ ed il mood, decisamente, non cambia ma migliora, mentre si cantano strofe come «This is the noise that keeps me awake/My head explodes and my body aches».
A Roma non piove ormai da tempo ma grazie anche a serate come queste riusciamo a non essere ‘Only Happy When It Rains‘, brano tra i più famosi de gruppo che esegue anche ‘Even Though Our Love Is Doomed‘, dedicato alla capacità autodistruttiva dell’uomo.
La band lascia il palco e poi, acclamata a gran voce, risale per un bellissimo bis, quello con ‘When I Grow Up‘, una delle prime canzoni pubblicate dai Garbage a fine anni ’90.
Il pubblico è in visibilio, si balla, si canta e se si ripensa a quel videoclip fresco e scintillante, si rivede un po’ la bellezza dell’ingenua gioventù che contempla le possibilità del futuro, del crescere che la attende.
Davanti a questo palco, forse, siamo tutti già cresciuti.
Gli anni Novanta se ne sono andati ma chi ne ha fatto gloriosamente parte è ancora, fortunatamente, sui palchi e ci ricorda che il tempo passa per tutti tranne che per la musica, regina incontrastata dei nostri ricordi.