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Flume

Flume live a Segrate (MI): beata gioventù illuminata

Per la gioia di grandi e piccini, Flume scopre l’Italia e lo fa al Circolo Magnolia di Milano, città che il 21 giugno lo vede per la prima volta protagonista di un live.
Lo spazio all’aperto dello storico locale di Segrate (MI) è gremito di folla, perlopiù ragazze e ragazzi che per una sera non si lasciano sopraffare dalla pressione degli esami all’università, accorrendo numerosi per questo concerto al passo coi tempi. Ci impegniamo per non dare troppo nell’occhio e andiamo a studiare questo fenomeno.

Flume - Parigi

Flume è un’artista da anni Dieci pieni: venticinquenne, proveniente da quel luogo un po’ fuori dagli schemi del Patto Atlantico che è l’Australia, sulla carta d’identità alla voce “Professione” troviamo scritto DJ/Produttore, come testimoniano anche le numerose collaborazioni.
Piena espressione di una delle facce dell’hype degli ultimi anni, quindi, e chi scopre questo mondo provenendo da fuori non può che guardarlo con occhi intrisi di scetticismo e curiosità.
Ma siamo gente obiettiva e intellettualmente onesta, e proviamo a lasciarci trasportare dall’entusiasmo.

Flume - Parigi

Il primo impatto non è dei migliori: un’esposizione di smartphone nell’aria che nemmeno il reparto telefonia dell’Unieuro attende l’ingresso sul palco di Flume, che avviene tra botti di luce bianca.
Una partenza non propriamente sobria, come sobri non sono i fasci di luce sparati nell’etere e scaturiti dalla consolle.
Un po’ Luna Park, un po’ laser show, all’esagitazione visiva fa da contraltare la relativa tranquillità del suono.
I bassi sono ovviamente importanti ma non invadono, il timbro vocale e sonoro ammicca al soul, i bpm di brani come ‘Holdin on‘ non sono eccessivi e ci si muove ma senza dimenarsi.

Flume - Parigi

Flume si ferma anche a chiacchierare con il pubblico, la tradizionale bandiera della Sardegna con i quattro mori che sventola ad ogni occasione che conta è stata sostituita per l’occasione dal vessillo australiano.
La partenza è lineare: atmosfera scialla, gran colore sul palco, belle transizioni tra un pezzo e l’altro, raggruppati in terzine senza soluzione di continuità.
Questa egemonia del colore vivace e del suono soft viene finalmente spezzata da ‘Wall fuck‘, che vibra e va in botta dipingendo il Magnolia di bianco e di verde.

Flume - Parigi

Insane‘, canzone intrisa di trip-hop e dal finale tremolante, lancia la seconda parte del concerto di Flume, nella quale il pop lascia spazio a qualcosa di più ricercato e strutturato, a tratti spinto e a tratti elaborato.
Si attinge a piene mani nelle collaborazioni di spicco, come il remix di ‘Tennis court‘ di Lorde, con il palco trasformato in un tripudio color oro e fuoco che incornicia l’atmosfera sognante, fino a giungere alla celestiale e cadenzata ‘Say it‘ e al remix di ‘You & me‘ dei Disclosure, che segna in controtempo la fine del set, che nel frattempo ha abbandonato le tinte technicolor per assumere un aspetto mono o al massimo bicolore.

Flume - Parigi

Per l’encore non troppo scontato, ci si affida alla collaborazione con un artista che si avvicina più a me, anziché ai giovani virgulti che mi circondano: il feat. Beck di ‘Tiny cities‘ che dal crescendo albeggiante si apre poi nell’usuale unz-unz, accompagnandoci alla fine di questo viaggio illuminante, e ampiamente illuminato dal potente impianto luci, nella musica che piace ai ventenni.
Flume non ricorre agli strumenti che siamo abituati a vedere imbracciati sul palco, e nemmeno si atteggia a farlo, ma inventa e costruisce suoni interessanti, imbastendo uno spettacolo visivo e sonoro di buon livello.
Coinvolgente e ballabile, ma che si lascia anche ascoltare con meno frenesia, la sua musica è trasversale ed è tanto immediata quanto intelligentemente elaborata.


Le foto si riferiscono al live set del 17/03/2016 a Parigi.
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