FERRARA SOTTO LE STELLE 2024 | Dry Cleaning
Ci sono gruppi che appartengono al mondo dell’immaginario così surreali, da assumere sembianze umane solo dopo averli visti dal vivo. Sto parlando dei Dry Cleaning, gruppo post punk inglese, ospite della seconda serata di Ferrara Sotto Le Stelle.
Due album all’attivo, “New Long Leg” (2021) e “Stumpwork” (2022), i Dry Cleaning in pochissimo tempo hanno conquistato grandi apprezzamenti in patria e non solo.
I Dry Cleanining salgono sul palco del Cortile Estense di Ferrara e subiamo tutti il magnetismo di Florence Shaw, voce sussurrante del gruppo. Un lungo capello rosso incornicia la sua delicata voce, tra il bisbiglio al limite del parlato, arrivando al cantato vero e proprio, dove le note più profonde, vibrano nella cassa toracica, lasciando il pubblico a bocca aperta. Creatura dalla presenza eterea, con i suoi movimenti minimi e accattivanti, ruota gli occhi sognanti verso il cielo o fa spallucce al microfono.
Nella lenta ‘Traditional Fish’ sembra di camminare in una grande città alle due della notte: manda il pubblico in uno stato di trance, con i fan che guardano Shaw come se fosse una sibilla greca, mentre durante l’incredibile ‘Conversation’, con una smorfia, ipnotizza gli ultimi sguardi, trasportandoci in uno luogo bucolico e segreto.
Tra i brani d’apertura troviamo la breve e diretta ‘Jam After School’, subito seguita da ‘New Job’ con una performance molto animata dal corposo basso di Lewis Maynard , dai riff di chitarra di Tom Dowse e ai puliti ritmi di Nick Buxton alla batteria.
La loro energia è travolgente: è sempre meraviglioso vedere l’alchimia di una band, capace di divertirsi durante un concerto, trasformarsi in un onda contagiosa.
L’ipnosi collettiva per la seconda serata di Ferrara Sotto Le Stelle giunge a conclusione con ‘Scratchcard Lanyard’ e ‘No Decent Shoes for Rain’. Lunghi applausi per i Dry Cleaning!
Ad aprire la serata sono stati i New Candys e sì, lo confesso, la mia trasferta ferrarese era principalmente dedicata a loro. Li vidi qualche anno fa, in un concerto organizzato da amici radiofonici e non vedevo l’ora di poterli rivedere. Quella sera mi chiesi da dove provenissero, immaginando paesi ben oltre il confine nazionale. Una gugolata ed ecco la risposta: Venezia. Venezia!? Sono italiani? Non ci credo!
I New Candys nascono nel 2008 ed il loro curriculum include quattro album, un cambio di formazione, un lungo tour mondiale e svariati tour europei, che ne hanno accresciuto la fama internazionale. Hanno aperto concerti per The Dandy Warhols, The Brian Jonestown Massacre, The Warlocks. Non si è mai profeti in patria se non cedi a dinamiche commerciali (vedi brodaglia da talent) nelle quali non mi voglio addentrare.
L’ultimo acclamato lavoro è “Vyvyd” del 2021, registrato al Fox Studio di Venezia da Andrea Volpato (ex componente della band), mixato da Tommaso Colliva (Calibro 35, The Jesus And Mary Chain, Damon Albarn) e masterizzato da Giovanni Versari, questi ultimi entrambi vincitori di un Grammy Award.
Aprono la serata con ‘Twin Mime’ e ‘Factice’, dall’ultimo album, davanti ad un pubblico che arriva alla spicciolata: poche persone per una band che ne vale molte, molte di più.
«We look so sick, I’m gonna lose my mind
I get upset, a deep crack, a crack in my mind
Need to get out of here, somewhere to go
Far from my mind»
Il pubblico aumenta, così come gli applausi e l’apprezzamento.
I New Candys ci trasportano in uno spazio tempo psichedelico con sfumature shoegaze, fatto di loop e distorsioni in cui è impossibile rimanere immobili. Si ha l’impressione di entrare in una stanza buia, dove si può intravedere una luce lontana: una volta raggiunta si manifesta una sorta di rinascita ed è un esplosione emozionale. Un viaggio tra sogno e realtà. Ve ne suggerisco una somministrazione rapida: sarebbe un peccato lasciare le vostre orecchie ancora vergini.