Fernando Rosa: WTF! (What The Funk)
Assistere all’esibizione del bassista brasiliano più famoso di Instagram (soprattutto visto come la serata è partita, si è svolta, si è evoluta e si è conclusa) strappa un sonoro «WTF!».
Fernando Rosa è un bassista venuto agli onori delle cronache musicali nel periodo della pandemia, pubblicando sul suo profilo IG dei brevi video di spezzoni dei brani musicali prettamente dance e funky degli anni d’oro presentandosi con la sua capigliatura e pizzetto afro indossando abiti in pieno stile anni 60′-70′ coerenti alla musica che proponeva.
Il grande successo mediatico favorito dalla qualità della sezione musicale proposta sancisce il sold out in entrambe le esibizioni serali previste nella data meneghina del breve tour europeo, “Funk Ship”: tanta era la curiosità e l’alta aspettativa.
Fa curiosità la presenza sul palco, centralmente, di un secondo set di amplificatori accostato a quello di Fernando Rosa ma si capirà in seguito il perché.
Alle 20.30 il duo composto da Philippe Magoo Bouthemy, splendido polistrumentista (e in questa sessione anche cantante e corista alle tastiere) e David Palmer, rinomato batterista alla corte di Sir Rod Steward (qui alle pelli), sale sul palco e inizia l’attacco di ‘Fantasy‘ degli Earth ,Wind & Fire .
Poco dopo arriva in scena lui, il protagonista della serata, e la nave funky può dirsi così salpata.
Destinazione finale: i nostri cuori.
Vestito con pantaloni e giubbotto in simil-pelle nera, un casco di capelli afro degno dei migliori revival e imbracciando il suo basso, Fernando Rosa saltella da una parte all’altra del palco e suona maledettamente bene quelli che dovrebbero essere gli standard in dotazione ad ogni bassista che abbia groove nelle dita.
Brani ovviamente noti di celebri autori come Stevie Wonder o, soprattutto Earth,Wind & Fire e Chic fanno da contorno anche a piccole chicche non particolarmente famose ai più ma che rendono questa serata non una mera esibizione di talento fredda o asettica ma un vero pulsare continuo e frenetico di ritmo, alzando di molto il battito cardiaco e il calore del sangue dei presenti.
Un succedersi di brani senza sosta, facendo risultare il nostro Rosa non un grande chiacchierone (oltre a presentare un paio di volte il duo che lo accompagna, stasera userà il microfono in pochissime altre occasioni).
Quasi un’ora e tre quarti di set, proponendo infatti un numero maestoso di pezzi (25!), difficilmente paragonabile ad altri concerti di tale durata.
Rosa ha un grande appeal scenico, muovendosi come un folletto da una parte all’altra del palco, donando energia a tutti i presenti che hanno ricambiato alzandosi dai tavoli e ballando liberamente come dovrebbe essere.
Prendendo spunto dalla canzone di Diana Ross, ‘I’m coming out‘, Rosa esce allo scoperto con il suo singolo proposto in anteprima in questo tour composto con Magoo intitolato ‘Summer Love‘, risultando molto apprezzato dal pubblico.
Dopo una altra canzone personale proposta da Magoo alle tastiere, un improvviso colpo di scena: Fernando chiama sul palco un inatteso Saturnino Celani, alfiere dei bassisti italiano e fedele macchina ritmica di Jovanotti.
Insieme improvvisano una jam session, svelando cosi il mistero del secondo impianto presente sul palco.
Un duo che si alterna nei ruoli senza risultare noioso o fine a sé stesso, lasciando il pubblico felice dell’inaspettata performance.
Performance esclusiva del primo set della serata, che ha lasciato trasparire un bel mood di fratellanza tra i protagonisti e molti beat nelle orecchie dei presenti.
Ma non è finita qui, e infatti l’inno dei Bee Gees, ‘Stayin Alive!’, riporta subito il concerto sulla rotta della nave più funky in attraversamento sui navigli.
Si va sparati verso l’orizzonte del ritmo sincopato e incalzato, sulle onde provocate dai pezzi di Kool and the Gang, Donna Summer, gli immancabili Chic per finire con la roboante ‘Disco Inferno‘.
Un momento di pausa giusto per ritornare sul palco con un più contemporaneo Bruno Mars e la sua ‘Tresure‘ per poi scatenarsi con ‘September‘ degli Earth,Wind & Fire, dove Fernando scende in mezzo ai tavoli per poi ballare dalla balconata.
Si arriva così alle due canzoni conclusive, delle quali una ha un rilievo particolare: è degli Earth Wind & Fire, una ballad perchè «[le ballad] non sono mai abbastanza suonate e proposte nei concerti».
Rosa sta veramente vivendo la sua personale fantasy: gira il mondo proponendo i brani che più gli piacciono e dimensionando il basso elettrico a centro nevralgico delle canzoni, motore folle e pulsante del ritmo sorvolando sulle voci, sui testi e sugli showmen.
Nonostante l’assenza di figure funzionalmente carismatiche, come cantanti e chitarristi, lo spettacolo e la proposta musicale di Fernando Rosa è diretta.
Rosa fa saltare e ballare gli spettatori, riportando al centro della scena la cosa più importante: il groove.
WTF! You Funk us whit your Soul!