Fast Animals and Slow Kids live a Roma: sentirsi di nuovo a casa
Anche quest’anno Villa Ada Roma Incontra Il Mondo non si è fatta mancare davvero nulla, regalandoci una prima serata d’agosto che ha fatto letteralmente saltar via le transenne (e non sto scherzando, stavolta è successo davvero, con panico degli addetti alla sicurezza).
Una serata tutta targata Woodworm, che ci propone una delle sue punte di diamante: i Fast Animals and Slow Kids, accompagnati da Edda e da Le Capre a Sonagli.
Non sono neanche le 19 che c’è già la fila per l’accesso all’area concerto (si sente anche qualcuno che litiga: «guarda che c’ero prima io»… neanche fossimo alle poste).
Nell’area antistante, aperta a tutto il pubblico, la serata inizia con la giovanissima band de Le Capre a Sonagli.
Si tratta di un quartetto che sa davvero il fatto suo, musicalmente e tecnicamente parlando: ci viene proposto un sound davvero interessante, diviso tra stoner, folk e un palese richiamo a ritmi tribali.
Sound che, purtroppo, viene apprezzato ben poco: davanti al palco infatti non c’è quasi nessuno, perché sono tutti impegnati a tenere il proprio posto in fila, lontano dal quel mini-palco che sembra lasciare poco valore al gruppo che, a tutti gli effetti, è lì per dare il via alla serata.
Quando arriva l’ok da parte della sicurezza, inizia la corsa generale per la conquista della transenna: neanche dieci secondi e la prima fila è già piena. Nel vociare dei primi arrivati si rende subito chiaro come la (stragrande) maggioranza sia lì solo ed esclusivamente per i Fast Animals (non ci aspettavamo il contrario, insomma).
Qualcuno si chiede addirittura chi sia questo fantomatico Edda e perché debba aprire proprio lui il concerto.
Questo dubbio trova una risposta nell’esibizione di uno straordinario Edda, in t-shirt e pantaloncini come al solito, che nel silenzio generale si avvicina al microfono e inizia ad intonare ‘Il santo e il capriolo‘.
La sua è una voce che riesce ad incantare al primo ascolto: acuta, divisa tra dolcezza e ferocia, che spesso si tinge d’un fare singhiozzato e disperato. Il cantautore ci propone per lo più estratti del suo ultimo lavoro (“Graziosa Utopia”) come ‘Benedicimi‘, ‘Brunello‘, ‘Signora’ e l’immancabile ‘Arrivederci a Roma‘; questi alternati con brani come ‘Bellissima‘, ‘Pater‘ e ‘Stellina‘, presi dal suo scorso album.
A metà della scaletta non si può fare altro che innamorarsi di Edda, come personaggio e come musicista… anche se in molti la pensano diversamente: le prime file non sembrano interessate, anzi qualcuno decide anche di mettersi seduto e aspettare, lamentandosi proprio mentre sul palco si sta suonando ‘Spaziale‘ (che è davvero una perla rara).
Il tutto però non può che concludersi con un fortissimo e meritatissimo applauso per un imbarazzatissimo Edda, che ringrazia e lascia il palco ai preparativi per l’ultima band della serata.
I preparativi tecnici prendono più tempo del previsto: Edda ha già finito da più di mezz’ora, ma ancora non si sa nulla.
Si vede gente che corre qua e là sul palco, facendo ben sperare quella folta schiera di fan che è giunta fin là per ascoltare i propri idoli perugini.
Quando si spengono le luci tutti sanno che di lì a poco si scatenerà il panico.
Da una fitta nebbia compaiono i Fast Animals and Slow Kids, che ci salutano con degli enormi sorrisi e rompono il ghiaccio con ‘Coperta‘.
Quella dei FASK è un’esperienza di pura adrenalina: la loro presenza scenica e il loro sound sono tra i migliori che si possano trovare nella cosiddetta scena indipendente italiana; senza contare la presenza del frontman della band, Aimone Romizi, che instaura col suo pubblico un immediato rapporto di amicizia e complicità, ricercando le grida e gli abbracci di tutti.
Ci viene proposta una scaletta che accontenta molto i nuovi arrivati, con brani tratti da “Forse non è la felicità” e “Alaska”, ma ancor di più i veterani, con qualche vecchia perla che arriva direttamente da “Hybris”.
‘Calci in faccia‘, ‘Giorni di gloria‘, ‘Tenera età‘, ‘Canzone per un abete, pt. II“: tra un pezzo e l’altro c’è giusto il tempo di prendere velocemente fiato, poi si ricomincia. Nell’entusiasmo generale, Aimone molla il microfono e si getta sul pubblico urlando «vaffanculo, vengo anch’io!».
Ma la serata è appena cominciata. Come promesso, sul palco arriva il primo ospite: in tutta la sua romanità, ecco arrivare Giancane, al tempo chitarrista de Il Muro del Canto e oggi conosciuto per non essere un “cantautore di merda”.
Un’accoppiata che nessuno si aspettava, che ci propone una versione in chiave FASK di ‘Vecchi di Merda‘, uno dei brani più famosi del cantautore romano.
Giusto il tempo di un altro paio di pezzi e, proprio a metà de ‘Il mare davanti‘ sembra succedere qualcosa: tutta la sicurezza di Villa Ada si riunisce sotto il palco, perché una delle transenne si è letteralmente spaccata e si corre ai ripari come meglio si può.
Quando si riparte, vediamo comparire sul palco Davide Toffolo dei Tre Allegri Ragazzi Morti, che ci propone ‘Prova a star con me un altro inverno a Pordenone‘, accompagnato da tutta la band che nei suoi confronti ha infinita ammirazione.
«Questi sono gli ultimi tre pezzi», sentenzia Aimone, ma nessuno ci vuole credere.
Per salutarci, i Fast Animals ci propongono ‘Annabelle‘, ‘A cosa ci serve‘, ma soprattutto la title track dell’ultimo disco, ‘Forse non è la felicità‘.
Ed è proprio urlando a squarciagola il titolo di questa canzone che si chiude il concerto, tra le grida di chi ne vorrebbe ancora e gli applausi di chi è rimasto stregato dalla potenza di questi “Fast Animals and Slow Kids che vengono da Perugia”.
Che certo vengono da Perugia, ma che quando passano per Roma è come se si sentissero di nuovo a casa; come se anche noi ci sentissimo davvero di nuovo a casa.