Fast Animals and Slow Kids live a Milano: arrivederci, e grazie per tutto il bordello
In molti avranno segnato questo evento sul loro calendario.
Data: 6 febbraio.
Luogo: Alcatraz, Milano, uno dei locali più importanti per la musica live (se non IL più importante).
Chi: Fast Animals and Slow Kids, che arrivano da Perugia ma anche da parecchi anni in giro per l’Italia.
Cosa succede: ultima data del breve tour 2016 del gruppo, prima di una prevista pausa dai live che si protrarrà per diverso tempo.
Per molti un appuntamento imperdibile. Per me, un’occasione. Confesso di non aver mai visto dal vivo i Fast Animals and Slow Kids, e di non essere un masticatore abituale dei loro dischi. Eppure me ne hanno parlato davvero bene e ho sempre letto commenti entusiastici riguardo i loro live, come non se ne leggono spesso (per non dire mai) per gruppi italiani che non si siano formati prima del 2000. Andiamoci a vedere questi Fast Animals and Slow Kids, per capire se spaccano davvero come dicono. Non sono da solo, l’Alcatraz è pieno, al di sopra di ogni aspettativa e previsione anche da parte della band stessa, abituata a suonare e riempire sì i club e i locali, ma di dimensioni più contenute.
È un concerto ma anche una festa, e quindi c’è spazio in apertura anche per gli amici. Nella penombra suonano gli AIM, un suono deciso che arriva dal passato, a tratti sommerso dalla grancassa troppo ingombrante. Grande emotività, per un set che si chiude con un paio di pezzi eseguiti in mezzo al pubblico. Dalla scena storica del punk rock milanese provengono i Minnie’s, più immediati e con un impatto pop. La scena si fa luminosa, gli intro dei pezzi sono tutti di buona fattura e di grande effetto, tutto scivola via con estrema leggerezza.
Quando i Fast Animals and Slow Kids fanno capolino sul palco, l’Alcatraz è gremito, e pronto per andare in visibilio. Il tempo di un intro, dei brevi saluti e di attaccare ‘Calci in faccia‘, e mi trovo ad osservare una serie di elementi: suonano bene e forte, senza sforare nel caos, la presenza scenica è effettivamente ottima e Aimone Romizi si muove come un disperato, con o senza chitarra, può cantare saltando senza avere il fiatone (e io, che pure sono mediamente allenato, non riesco a capire bene come faccia). Mani alzate e quasi tutto il pubblico a cantare, verrebbe da dire una generazione che si sente rappresentata e dipinta dai pezzi dei Fast Animals and Slow Kids. E poi un turbinìo, salti e sballottamenti e pogate tra il pubblico che si estendono per un’area sorprendente, che non si limita alle prime dieci o quindici file, ma un mare di gente che si muove come palline del flipper fino a parecchio indietro e parecchio di lato. Oggettivamente, alcuni brani non avrebbero il tiro per scatenare questo marasma, ma il pubblico è talmente fomentato, e il gruppo contribuisce ad amplificare ulteriormente tutto questo, trasmettendo il pathos e col carisma del suono.
I Fast Animals and Slow Kids, e Aimone Romizi in qualità di portavoce, non riescono a nascondere l’emozione di trovarsi in un luogo così importante e di fronte a una tale quantità di gente, a suggellare cinque anni quasi ininterrotti di concerti. Lo ricorda fin troppo spesso, perdendosi in brevi monologhi confusi e ripetitivi che fanno quasi tenerezza, ci sta tutto ma se vuoi essere una rockstar non devi avere tutto questo cuore. Ne riparleremo in futuro. La scaletta fila via tra pezzi serrati e qualche passaggio più lento che non raffredda gli animi in ebollizione della gioventù FASK, che se non si dimena può comunque cantare ‘Il vincente‘, per poi riprendere il ritmo con ‘Calce‘ e arrivare alla chiusura di ‘Maria Antonietta‘ e la lunga uscita di ‘Gran final‘.
Come prevedibile, il bis eleva all’ennesima potenza tutto quanto. Lunghissimi sproloqui, saluti chilometrici, stage diving che portano Aimone fino al bar a bersi una birra, e poi ancora a ballare e cantare e urlare come i forsennati, salutandosi con ‘Troia‘, ‘A cosa ci serve‘ e ‘Come reagire al presente‘. Le impressioni da cui ero partito, mie ed altrui, sono state confermate quasi in toto. I Fast Animals and Slow Kids sono gente che sta bene sul palco, e la loro assenza per un periodo indefinito chissà cosa comporterà. Ma ci sarà sempre la garanzia che là dove non arrivano i pezzi, può arrivare lo stage diving.
Ph. © Giada Arioldi, per vedere la gallery completa della serata clicca qui.