‘DU Festival live a Bauladu (OR): un altro successo
Vi avevo già parlato di Bauladu, quel paese di poco più di 700 abitanti in provincia di Oristano che grazie alla Consulta Giovani organizza da ormai 8 anni un evento unico nel suo genere, il ‘DU Festival.
Ritorno volentieri sull’argomento per raccontarvi ora com’è andata l’ottava edizione di questo festival svoltosi il 16 luglio e che rappresenta un punto fermo all’interno del territorio.
Quest’anno il ‘DU è stato anticipato dal progetto fotografico “Zenti de Baula’DU” (Gente di Bauladu) curato dalla fotografa Francesca Marchi.
Una serie di scatti che ritraggono la comunità di Bauladu e mostra coloro che si danno anima e corpo alla riuscita dei vari eventi culturali che la Consulta Giovani promuove nel corso dell’anno.
E così, gli stessi componenti della Consulta, le madri, i padri, i nonnie i fratelli son finiti davanti all’obiettivo di Francesca per raccontare quella che è Bauladu, semplicemente con un sorriso.
E i sorrisi della Zente di Bauladu ormai li conosciamo bene perchè son quelli che ci accolgono all’ingresso del paese per darci le informazioni necessarie, al botteghino, all’ingresso dell’anfiteatro per il ritiro dei braccialetti, son quelli che ti servono da bere e da mangiare.
Son quelli che in qualche modo ti fanno sentire a casa.
Ma cosa succede di tanto eccezionale al ‘DU?
Come vi dicevo è già di per sé eccezionale che un’intera comunità collabori insieme per la buona riuscita dell’evento.
E poi l’attenzione scrupolosa all’ambiente con l’utilizzo di bicchieri e stoviglie eco-compatibili.
E poi il luogo dove avviene il festival.
Tra le vie del paese nel pre e nell’anfiteatro dopo.
E devo essere sincera, ogni volta che accedo all’anfiteatro, davanti a tanta bellezza io mi emoziono.
È successo anche questa volta quando sul palco c’era il duo palermitano Il Pan del Diavolo.
Mi sarebbe piaciuto raccontarvi anche del meet and greet tra Andrea Tramonte e Lee Ranaldo, del live dei Trees of Mint e di Lee Ranaldo e Leah Singer, ma purtroppo a causa di altri impegni non posso scrivere di quello che a detta del pubblico è stato un inizio fantastico.
Per cui vi parlo di come Alessandro Aloisi e Gianluca Bartolo si son sentiti a casa «perchè in fondo le due isole (la Sicilia e la Sardegna) hanno molto in comune».
Di come il pubblico ha apprezzato brani come ‘Coltiverò l’ortica’, ‘Il centauro’, ‘Africa’, ‘Blu Laguna’ ai più recenti ‘Mediterraneo’ e ‘Vivere fuggendo’.
Di come l’anfiteatro è esploso quando le luci si sono accese sulla consolle di Dj Craim e sull’ingresso a schiena bassa tipico di Kaos One.
La forza con la quale Kaos si muove sul palco è mostruosa e avvalora la lunga carriera del rapper. ‘Querencia’, ‘Centopercento’, ‘Prison break’, ‘Uno’, ‘Zona morta’.
«L’avete sempre saputo che siete voi cose preziose», e ‘Cose preziose’ fa agitare il pubblico che canta insieme a lui.
Ci ringrazia Kaos, tra una base e un «eja Sardegna» che se proprio devo dirvelo non ho apprezzato.
Ma lui è forte, sa il fatto suo e riesce a conquistarmi.
Cosa che purtroppo non posso dire per Iosonouncane che delude le mie aspettative.
Fa il gradasso sul palco, continua a suonare nonostante i problemi con la chitarra.
Devo essermi distratta, o forse addormentata, perchè mi son ritrovata improvvisamente a teatro con Jacopo che inscena un monologo interrotto da qualche urla dal pubblico.
Urla alle quali il cantautore sardo risponde apostrofando l’autore delle urla con parole poco felici mentre afferma che lo sa, son parole che non ci aspetteremo mai di sentire da uno che è portabandiera della cultura.
Mi hanno riferito che fa parte dello show, ma io da ignorante quale sono non ci ho trovato niente di artistico.
Insomma, se avessi voluto assistere ad uno spettacolo del genere sarei andata a un festival punk!
Il live ha proseguito con i brani più famosi, ma ormai io ero abbastanza annoiata.
Nonostante la nota negativa, il ‘DU merita sempre di esser definito per quello che è, un enorme successo al centro della Sardegna.