dEUS live a Bologna: The world is a fuckin’ mess but we still have music
Capita un giorno che tu debba sostituire un tuo collega. Capita poi che il concerto che ti hanno chiesto di coprire sia quello di un gruppo musicale chiamato dEUS, una rock band non esattamente alle prime armi, anzi, con una ventennale carriera alla spalle celebrata da poco con un doppio album che raccoglie i loro migliori brani e l’unica possibilità al momento di vederli dal vivo in Italia.
Capita allora che non ti lasci scoraggiare dal fatto che conosci poco di loro o quasi nulla, e ti rechi comunque al luogo del concerto (nella fattispecie il Teatro dell’Antoniano di Bologna) all’ora prestabilita. Aspetti impaziente l’inizio del live guardandoti intorno, incrociando sguardi trepidanti di attesa, ascolti chiacchiere cariche di aspettative, vedi fan di vecchia data e altri novizi pieni di energie per la loro “prima volta”.
Precisi, come un orologio svizzero, i dEUS entrano in scena tra gli applausi della platea e della galleria, in un teatro quasi al completo. Intonano il primo pezzo e capisci che stasera hai preso la decisione giusta, sei seduta lì in mezzo e non vorresti essere altrove.
La formazione è la stessa della recente tournée estiva che ha fatto tappa anche in Italia: Tom Barman (voce e chitarra), Alan Gevaert (basso), Klass Janzoons (tastiere e violino), Mauro Pawlowski (chitarra) e Stephane Misseghers (batteria). Il quintetto è ben assodato, pur proponendosi in un versione inedita: si tratta infatti del “Soft eletric tour”, concepito per dare spazio ai pezzi più melodici del gruppo e ai brani raramente eseguiti dal vivo in una cornice più intima come quella teatrale.
La voce di Tom Barman non ha sbavature, il resto del gruppo lo accompagna egregiamente e, se il frontman ha la capacità di intrattenere il pubblico con grande semplicità e ironia, gli altri componenti della band riescono nell’intento di dar vita ad un set denso e compatto. Un’ora e mezza di live senza nessun artificio, soltanto musica ed una performance impeccabile a dimostrazione che la classe per i dEUS non è acqua. L’intensa e calorosa risposta del pubblico italiano si fa sentire ad ogni pezzo: prima, dopo e addirittura durante il live, gli applausi avvolgono il palcoscenico.
E quando il concerto sembra realmente finito, il pubblico rimane seduto sulle poltrone dell’Antoniano ad acclamare i cinque e a richiedere loro il secondo bis che arriva sulle note di ‘Roses’.
Tornata a casa dal concerto dei dEUS le mie orecchie vergini ringraziano quel collega che non ha potuto esserci, mentre scopro che esattamente il giorno prima, la band di Anversa ha fatto tappa a Parigi in una data certamente non facile, dopo i fatti di questo periodo. Ecco allora che le parole di Tom Barman, «The world is a fuckin’ mess but we still have music!»: pronunciate a sipario appena alzato mi rimbombano nella testa, riempiendosi ancor di più di significato.
Photogallery a cura di Davide Musci
Ulteriori info sulla serata qui.