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Derozer live a Trezzo sull’Adda (MI): un tuffo nel passato

Ci sono gruppi che ti segnano, che ti fanno compiere i primi passi nelle sale concerti e con cui scopri cosa significa partecipare ad un live.
Venerdì 25 marzo 2016 sul palco del Live Club di Trezzo sull’Adda va in scena un tuffo nel passato adolescenziale di molti di noi: dopo quattro anni di lontananza dai palchi, torna ad esibirsi lo storico gruppo punk rock vicentino dei Derozer.
La data di Trezzo è la prima data di un mini tour che riporta la band sul palco di sei club italiani.

Che il tuffo negli anni ’90 sia concreto viene confermato da numerosi indizi durante la serata: le magliette con stampati i nomi dei gruppi, le canzoni degli Ska-p e dei Casino Royale prima del live ma, soprattutto, le band e i personaggi leggendari comparsi in sala.
Ci sono i Duracel ad aprire il concerto, Paletta dei Punkreas a sostituire Mendez al basso (dopo ne parliamo!) e si scorge Noyse (Punkreas) a lato del palco che se la ride.
Mancava solo Tommy delle Pornoriviste (Tommy, dove sei finito??) ed il trittico della mia adolescenza sarebbe stato al completo.

Come anticipato sono i Duracel ad aprire la serata: i quattro veneziani capeggiati dal bassista Zamu si presentano al pubblico pieni d’energia.
Cinque album in studio garantiscono una set list corposa e trascinante: la formula è “poche parole e tante canzoni”, considerato che il tempo a loro disposizione è poco.
Il pubblico comincia così a scaldare i muscoli e le voci, e si finisce tutti con il cantare insieme il pezzo più famoso della band, ‘Non Mi Piace Ballare‘.

Il tempo degli scherzi finisce ben presto e dopo qualche inconveniente tecnico finalmente salgono sul palco i Derozer.
In un attimo il tempo scorre all’indietro di una decina di anni e le canzoni dei Derozer cominciano a risuonare nel locale.
Seby è tornato ed è in forma: canta, suona, sorride e si picchietta la testa.
Il sottopalco torna ad essere velocemente quel terreno minato ed eccitante dove prende vita il pogo: gente piena di energie che si affronta secondo regole non scritte.
Sudore, magliette fradice e lividi lungo il corpo: si parte con tutto lo slancio possibile e si finisce con estenuanti corpo a corpo con dei perfetti sconosciuti.
Riprendono vita anche la fraternità e lo spirito di comunità che si manifestano quando qualcuno cade e tutti si fiondano a rimetterlo in piedi.
Le canzoni della setlist sono quelle che hanno fatto la fortuna dei Derozer per anni interi: ‘Cuore Brucia‘, ‘Straniero‘, ‘Cielo Nero‘, ‘Canzone Ska‘ e ‘Mururoa‘ sono solo alcuni dei titoli che tornano ad accendersi sul palco.
Si passa da canzoni con testi ironici e “ignoranti” ad altre che trattano temi politici e di rivolta, attuali ora come vent’anni fa.
La serata si chiude ovviamente con ‘Branca Day‘ e ‘Alla Nostra Età‘ in mezzo al delirio generale.
È durante l’esecuzione di quest’ultima canzone che mi viene un forte prurito e provo un po’ di sconforto.
«E alla nostra età invece noi suoniamo Punk» cantavano, ma ora come ora chi può fare il giusto ricambio generazionale?
Ho pensato ad una recente intervista fatta ai Punkreas e allo Stato Sociale in occasione di una loro collaborazione per il nuovo disco dei Punkreas.
Nel pezzo si legge che i ragazzi di Bologna “sono i Punkreas di vent’anni fa e che esiste un filo logico che li lega”: davanti ad una simile esternazione non so più cosa pensare e l’unica vera soluzione è ributtarsi anima e corpo nel pogo per la festa del ritorno dei Derozer.

Capitolo Mendez.
Come anticipato all’inizio di questo articolo, Mendez (membro originale della band sin dal 1989) non è al suo posto con il basso: ci sono stati screzi con gli altri componenti dei Derozer e la notizia era già circolata tempo fa sui social – a sostituirlo l’ottimo Paletta (bassista dei Punkreas), che in un paio di settimane ha imparato tutti i pezzi in tempo per la serata ed il tour.
Quella che va in scena è dunque una leggendaria collaborazione tra le due massime punk rock band lombarde.
Alla fine del concerto Paletta lascia però il basso al più giovane Zamu dei Duracel, in quello che sembra un vero e proprio metaforico passaggio di consegne.
Cosa sia successo realmente tra Mendez e gli altri della band non lo sappiamo, forse non lo vogliamo neanche sapere: i Derozer sono una famiglia e come in tutte le famiglie i panni sporchi si lavano in casa.
Quello che è chiaro, in ogni caso, è che il ciccione manca.

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