Depeche Mode live a Bologna: un mondo riflesso nei loro occhi
Quello che è accaduto il 29 giugno allo Stadio Dall’Ara di Bologna ha segnato nel cuore degli spettatori la certezza e la serietà dei Depeche Mode.
Vantando una carriera lunga ormai 37 anni – e con Dave Gahan, Martin Gore e Andrew Fletcher attorno alla sessantina – la formazione inglese dedita al synth pop ha dimostrato di avere oggi più forza che mai.
In particolare Gahan, frontman irrefrenabile e pieno d’energia, che con i suoi baletti provocatori ed erotici e i suoi scream melodici, ha infiammato e tenuto in piedi l’intero spettacolo.
Accompagnati dagli ormai fedeli turnisti Peter Gordeno e Christian Eigner, i Depche Mode si sono esibiti in un sold out che ha visto ben 40mila persone coinvolte in oltre 2 ore di spettacolo in occasione del “Global Spirit Tour”.
Chi è arrivato all’orario di apertura dei cancelli, ha potuto assistere allo spettacolo del riempimento dello stadio, che è arrivato a scoppiare totalmente alle 21 in punto: con la luce del giorno ancora accesa, i Depeche Mode sono entrati in scena, accompagnati da immagini di passi proiettati sul megaschermo.
L’ultimo ad entrare, in tutta la sua regalità, è Dave Gahan, che con un gilet e la giacca ha sin da subito incitato il pubblico annunciando il primo brano, ‘Going Backwards‘, seguito da ‘So much Love‘.
I fedelissimi della band si sono accesi definitivamente solo con l’esecuzione del terzo brano in scaletta, ‘Barrel of a Gun‘, pilastro nella produzione della band.
Il seguito della scaletta ha visto protagonisti i brani della discografia più recente – ‘A pain that used To‘, ‘Corrupt’ e ‘In your Room’, il cui video proiettato sui maxi schermi ha incantato molti tra il pubblico.
Il vero colpo di scena da un punto di vista scenografico è da attribuire al sesto brano eseguito, ‘World in my Eyes‘, il quale inizia senza alcun preavviso dall’oscurità di un lato del palco fino a quel momento al buio: l’esplosione di luci viola hanno risvegliato la vecchia scuola, tornando ai tempi di “Violator” e riaccendendo lo stadio intero.
Concludendo la prima parte del live con la nuova ‘Cover Me‘, Gahan lascia il palco al fedele Martin, il quale esegue le versioni pianistiche di ‘Judas‘ e ‘Home‘, portando l’attenzione a sè come un bambino con i genitori al primo saggio di musica.
Nei seguenti dieci minuti del brano messo in luce da Gore, lo stadio viene preso da uno spirito di solidarietà unanime: è così che 40mila voci intonano le ultime note del chitarrista, omaggiando in primis lui e successivamente tutti i membri con un sorriso che continua ad emozionare il pubblico.
Si ricomincia in modo lento, con ‘Poison Heart‘ , fino ad arrivare al tanto atteso primo singolo ‘Where’s the Revolution‘, passando per la recente ‘Wrong‘ e la vecchia e cara ‘Everything counts‘, dedicata a quella fetta di pubblico che ha visto nascere i Depeche Mode.
Altra pietra miliare del repertorio e che ha commosso il pubblico è stata ‘Stripped’, la cui esecuzione ha emozionato anche il cantante.
L’esplosione di flash da parte dei cellulari dalle tribune, però, è arrivata con ‘Enjoy the Silence‘, capolavoro indiscusso del gruppo e che ne ha segnato il successo mondiale.
La scaletta dei bis è aperta da Martin con una variazione sul programma: al posto della solita ‘Somebody‘ la scelta del concerto bolognese ricade su ‘Strangelove‘.
Il rientro sul palco della band al completo fa capire che si sta avanzando verso la fine, e senza indugio vengono scagliate quattro perle adrenaliniche: ‘Walking in my shoes‘, una cover di ‘Heroes‘ in onore di David Bowie, ‘I feel you‘ e la più commerciale ‘Personal Jesus‘, che chiude energicamente questa notte in compagnia di uno dei più grandi gruppi di successo a cavallo tra vecchio e nuovo millennio.