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Dente, il tour amarcord

Per tutta la settimana di San Valentino e per quella successiva, in occasione della ristampa de “L’amore non è bello” in doppio vinile, Dente girerà lo stivale in un mini tour in cui suonerà integralmente l’album che lo fece conoscere al “grande” pubblico della prima ondata dell’Indie.

Il 14 Febbraio del 2009 lo scenario musicale italiano era molto diverso (com’è normale) da quello odierno: si vivevano gli albori della nascita della nuova scena indie italiana che, grazie ad una serie di fattori, portava alla ribalta una leva cantautorale pronta a riscrivere i canoni della musica italiana e, forse inconsapevolmente, a dare l’assalto alle classifiche di streaming e di vendite.

In questa nuova scena, Dente era uno degli artisti di punta.
“L’amore non è bello”, il suo album pieno di singoli dai ritornelli citabili negli status di Facebook (Instagram era ancora agli albori) era il disco adatto a posizionarsi tra le prime file di un elenco che vedeva Brunori sas, Carnesi e Vasco Brondi tra i più importanti ospiti dell’allora nascente Mi Ami.
A questa esplosione contribuì anche, e soprattutto, la crescita delle potenzialità tecniche di autoproduzione e la capacità di far conoscere la propria musica con i social network.
Allora (sembra un’era geologica fa) i dischi venivano caricati su MySpace e online c’erano un sacco di persone pronte a mescolarsi con nuove influenze.
Tutto questo è ciò che, in sostanz,a viene celebrato, in questo piccolo tour di Giuseppe Peveri.

Dente

Da allora molte cose sono cambiate.
Ad esempio il vinile celebrativo: costa 50 euro, e a dirlo quindici anni fa probabilmente qualcuno avrebbe assaltato il banchetto del merchandising per rubarlo.
Inoltre i posti dove la musica indie si suona sono, anche per via della pandemia, diminuiti.
C’è stato un periodo a metà tra il 2009 e i giorni nostri in cui l’indie era la vera gallina dalle uova d’oro non solo per i discografici ma anche per i promoter e per i gestori di locali.
Ma come tutte le bolle, anche quella dell’indie che riempiva i locali, in qualche modo, è scoppiata.
Un po’ perché molti di quegli artisti che prima giravano con una chitarra a tracolla adesso sono diventati personaggi di rilievo e quindi molti locali non possono più permettersi i loro cachet; e anche perché via via, dopo il  tragico 2020, molti locali hanno chiuso.

Per questo motivo al Lizard di Caserta ti ritrovi a vedere il bel concerto di Dente in un locale con il palco posizionato in mezzo ad un colonnato che farebbe invidia a quello del Bernini.
Esperienza rivedibile dal punto di vista dell’atmosfera che magari sarebbe ideale per una discoteca ma che per ospitare un cantautore tra i più raffinati del panorama, non solo alternativo, italiano sinceramente ha il sapore dell’occasione sprecata.
La scaletta del live prevede l’esecuzione per intero de “L’amore non è bello” ed è emozionante vedere varie generazioni sotto il palco intonare piccole perle come ‘Sempre uguale a mai‘ o ‘Buon appetito‘. Poi, come in una partita di calcio, c’è l’intervallo scandito da un messaggio audio simile a quello di un aeroporto o di un autogrill in attesa del secondo tempo in cui Dente sfodera molti dei suoi assi nella manica spaziando tra i vari album di questi anni.

È curioso vederlo ballare sul palco durante l’esecuzione di ‘Discoteca solitudine‘, singolo che ha trascinato il suo ultimo lavoro “Hotel Souvenir”: chi lo segue da anni sa che è una scena quasi surreale.
Non a caso il primo tempo lo vede indossare fisicamente un abito scuro con cravatta che ci riporta alle foto promozionali dell’epoca per poi affrontare la seconda parte del concerto in maniche di camicia. A fine live, mentre tutta la sala canta ‘Saldati‘ (da “Io tra di noi”, il suo album migliore secondo chi scrive) ci si rende conto che, pur con i suoi molti alti e bassi discografici, Dente ha nel suo canzoniere un gran numero di brani emozionanti.
Queste canzoni alla fine sono il vero motivo per cui il locale, seppur inadatto ad un piccolo rito celebrativo come quello di ieri, era piano di persone felici.
E questo, pur col passare del tempo, non cambia quando si scrivono belle canzoni.

Caserta, 23 febbraio 2024

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© Roberta Cacciapuoti 

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