Counting Crows, la band che rispetta sé stessa
Nostalgia ed emozioni con la band di Adam Duritz
Splendida prova per i Counting Crows, che regalano al pubblico un concerto memorabile
Alla ripresa della sbornia concertistica estiva, riprende la stagione all’Auditorium Parco della Musica di Roma con un concerto della storica band di Adam Duritz.
Come Sansone, il leader dei Counting Crows si presenta sul palco molto appesantito e con i capelli corti ma, a dispetto di una forma non da atleta, la voce si rivela subito all’altezza della performance.
Stiamo parlando di una band in qualche modo fondamentale, che ha tracciato un percorso alternativo alla scena grunge noise della prima America degli anni Novanta.
Rock solido e classico fondato sulle sonorità di Joplin o Jefferson Airplane, clossi cui si ispirano nettamente.
I Counting Crows risultano imponenti, così come lo sono i loro testi, ed il rapporto col pubblico è decisamente magnetico.
L’inizio del concerto è di quelli esplosivi, si parte subito con ‘Round Here‘, ‘Scarecrow‘ e ‘Mr. Jones‘.
In seguito la band alterna momenti più intimi con brani come ‘Butterfly in Revers‘ e ‘Ghost Train‘.
L’amalgama non è scalfito dal tempo, la band suona alla grande e si diverte: Bryson, Gillingham e Vickrey – il nucleo storico – tiene la linea ritmica senza cedimento alcuno ma anche il resto della band si dimostra all’altezza.
Il concerto prosegue alla grande con ‘Angel of 14th street‘ e chiude con una tirata ‘A long december‘.
C’è spazio anche per un acclamato bis con ‘Holiday in Spain‘ e ‘Hanging Around‘.
Duritz, stanco e accaldato, chiude il concerto intonando ‘California Dreamin’‘ mentre esce dal palco contento e soddisfatto, anche per l’interazione con un pubblico mai sazio.
I Counting Crows sono una band che ha rispetto di sé stessa, della propria storia e del proprio repertorio, senza scadere in un’autocelebrazione troppo ridondante.
Attraverso un leader mai egemone, sono capaci di rinnovare il rapporto con i propri fans senza malinconia verso i tempi andati bensì con uno sguardo positivo su ció che è stata la propria carriera e ció che, ci auguriamo tutti, deve ancora venire.