Concerto Senza Impegno live a Roma: l’amicizia prima della musica
È un Concerto senza impegno quello che si è realizzato nell’ambito di Villa Ada Roma Incontra il Mondo nella domenica dell’11 settembre 2016.
Nonostante il nome, l’impegno teso a far sì che le cose si svolgessero al meglio è stato immenso, considerando soprattutto le problematiche connesse al nubifragio che ha colpito la città di Roma alcune ore prima.
L’intento della serata è quello di raccogliere fondi per le spese mediche che dovrà affrontare un amico, artista e collaboratore legato un po’ a tutti i partecipanti al live, cui viene (rispettandone la privacy) dedicata questa meravigliosa celebrazione della vita.
La line up è fitta di nomi: alle 20 in punto sale sul palco, presentata dal conduttore Massimiliano Bruno, la band dei The Bastard Sons of Dioniso, trio che si conosce grazie ad XFactor e che è riuscito nel tempo a muoversi nel mondo del rock nazionale con un discreto successo.
I tre del Trentino si fanno accompagnare per il primo brano da Davide Combusti, in arte The Niro, passando poi ad una splendida cover: quella di ‘Suite Judy Blue Eyes’ di Crosby, Stills & Nash.
Subito dopo è il turno di Diodato, che ci inebria con la sua pulitissima voce e brani come ‘Amore che vieni, amore che vai’ di Fabrizio De Andrè e la spettacolare ‘Babilonia’, che gli valse il secondo posto al Festival di Sanremo 2014.
The Niro torna sul palco e ci canta la canzone che lo ha fatto conoscere al pubblico, la potente ‘Liar’, seguita dalla commovente ‘About love and indifference‘.
Presenta la sua band e incanta i presenti chiudendo la sua esibizione con ‘1969’.
Ogni cambio palco si tinge della comicità di Massimiliano Bruno, che lascia poi spazio in questo caso alla prima donna ospite della serata: Marina Rei.
La cantante romana inizia il suo set con ‘Al di là di questi anni’, interrotta da un momentaneo blackout cui si sopravvive serenamente anche grazie ai cori di un pubblico vivacissimo e molto preso. Il coro si anima ancora di più sulle note de ‘I miei complimenti’ e c’è il passaggio della Rei alla batteria per ‘Un inverno da baciare’.
Da annoverare tra gli intervalli più spassosi della serata il momento del trio degli AAS, ovvero l’associazione artisti obesi con cui Bruno prende un po’ in giro sé stesso e due special guest: José Ramon Caraballo e Andrea Vincenzo Leuzzi alias Bove (Otto Ohm).
Salgono quindi sul palco Fabrizio Pocci e Il Laboratorio, una band guidata da un artista scoperto da Erriquez dei Bandabardò. Il ritmo della band è eccellente, il pubblico è felice e si gode ‘E ci sei tu’, ‘Il migliore dei mondi’ e poi un ultimo brano, dalle sonorità country-western, con cui Pocci dichiara formalmente di non saper suonare, dedicando un brano così vivace alla sua chitarra.
È il tempo de L’Orage, band della Valle D’Aosta che porta con sè quello che dichiarano come ”il rock delle montagne” : la band si compone di Rémy Boniface (violino, organetto diatonico, ghironda), Vincent Boniface (sax soprano, clarinetto, cornamuse, flauti dritti, organetto diatonico. voce), Alberto Visconti (voce, chitarra), Florian Bua (batteria), Memo Crestani (chitarra acustica e elettrica, oud, mandolino) e Marc Magliano (basso).
Ciò non può essere che sintomo di capacità di sperimentazione ed abilità nel creare musica ricchissima: è subito movimento, ma c’è anche spazio per canzoni dai temi importanti, come ‘I piedi più belli del mondo’, che parla dell’immigrazione dal punto di vista di chi ha la possibilità di stare fermo nella propria casa. È Erriquez ad accompagnarli sull’ultimo pezzo, che porta il nome della band stessa: l’interpretazione del brano ‘L’Orage’ di Georges Brassens.
Massimiliano Bruno dà quindi ufficialmente spazio sul palco ad «il gruppo che ha sposato in pieno la causa dei fricchettoni», cioè i Bandabardò e la loro ‘Disegnata’ (cui si presta la tromba di Ramon Caraballo) seguita da ‘Venti bottiglie di vino’ e la storica ‘Rosa Luxembourg’. Per la band pare sia l’esibizione numero 1500: bisogna festeggiare e lo si fa con un pezzo che Erriquez può cantare nella sua madrelingua, il francese: è ‘La mosca Zovì’, su cui si danza in un salto collettivo cui il pubblico partecipa assieme alla band.
Presentato da Edoardo Leo e Massimiliano Bruno, Niccolò Fabi scherza sulla ballabilità dei brani che presenterà e commuove l’audience con ‘Filosofia agricola‘, ‘Solo un uomo’, ‘Costruire’, ‘Una mano sugli occhi’ e conclude il proprio set con ‘Lasciarsi un giorno a Roma’.
Max Gazzé è come al solito in vena buona: giunto sul palco, inizia a scherzare e chiede un po’ di pazienza per poter accordare il suo basso, gradendo anche il sottofondo dei cori proveniente dalla transenna, sui quali si giunge ad intonare un pezzo di ‘La bamba‘ dei Gipsy King.
Ed è finalmente “momento serietà” con ‘La favola di Adamo ed Eva’, che vede i fiati di Caraballo arricchire il finale, si sorride su ‘Cara Valentina’ e si gioisce al ritmo de ‘La vita com’è’.
Giungiamo al momento romanticismo con ‘Mentre dormi‘ e si scatta di nuovo sulle note di ‘Sotto casa‘.
Max Gazzé è un vero intrattenitore seriale.
Direttamente da Catania, Carmen Consoli intona la sua ‘Mandaci una cartolina‘ e procede sulla malinconia di ‘Quello che sento‘, facendosi accompagnare da Santi Pulvirenti per ‘Geisha’ e ‘Parole di burro’ e anche dalla band al completo per la folkloristica e ammaliante ‘A finestra’.
La parola ”Grazie” giunge continuamente dal palco al pubblico e viceversa, ma ora è Edoardo Leo che ringrazia l’amico Massimiliano Bruno e siamo quasi al termine di questo super concerto, dove si suona per solidarietà e non per mettersi in una sorta di vetrina promozionale quando le luci si accendono sul romanissimo Daniele Silvestri.
È ‘La mia casa’ il brano scelto per cominciare, procedendo poi su ‘Le cose in comune‘ e sulla canzone contro la guerra di Silvestri: ‘Il mio nemico’. ‘Questo paese’ porta il cantante al piano, come ‘L’appello’ e ci si scatena, anche grazie al siparietto con i due presentatori sul palco, grazie a ‘Salirò’.
L’occasione è ghiotta e viene colta al volo, ed è così che dopo due anni si riuniscono su un palco gli strabilianti Fabi Silvestri Gazzè, che nella cornice del Laghetto di Villa Ada riempono di felicità i presenti grazie alla propria simpatia ed al loro sconfinato talento.
‘Alzo le mani’, ‘Life is sweet’ e ‘L’amore non esiste’ coprono di musica il termine di una serata a tutti gli effetti ben riuscita. Una serata ricca di amore, di solidarietà e di bellezza: quella che solo la musica riesce sempre ad esprimere, in ogni tipo di occasione, come quella dell’unione che si rende necessaria per combattere anche il male che ogni tanto la vita ci pone ad ostacolo sulle nostre strade.
‘Life is sweet’ sembra però riassumere in alcune strofe il senso di questo Concerto Senza Impegno:
…e intanto aspetto (aspetto aspetto) che il fango liberi le mie ruote, che la pianura calmi la paura, che il giorno liberi la nostra notte, tutti insieme, tutti insieme!