Calibro 35, la Milano criminale torna a farsi sentire
La sala al chiuso del Circolo Magnolia di Segrate si presenta discretamente piena e lo scrosciare della pioggia non ha fermato tutti gli appassionati di buona musica strumentale italiana.
Il palco, praticamente al buio, presenta un banner proiettato con il logo Calibro 35, che grazie a Vertigo abbiamo occasione di ascoltare dopo l’interruzione del loro tour nel 2020.
Proprio questa ripresa ha portato i nostri a proporre un Club Tour dal titolo “Dove Eravamo Rimasti?”.
La sala è inizialmente desolata, la pioggia sembra aver avuto la meglio ma all’inizio del concerto mi accorgo che, invece, la venue si è riempita.
Purtroppo il maltempo ha causato un ritardo nell’inizio dell’esibizione, conseguenza del ritardo nell’afflusso degli ingressi.
In questa occasione i Calibro 35 si presentano con un nuovo componente al suo esordio live.
Il cambio di lineup è stato percepito da molti come una ferita ancora aperta ma francamente, senza saperlo, nessuno ne avrebbe avuto evidenza.
Quella al Circolo Magnolia è di fatto una performance veramente di altissimo livello.
Forse anche perché il nuovo bassista non ha bisogno di introduzioni: è il suo suono di basso veramente esagerato a presentarlo.
Un suono di basso impossibile da non notare ed un modo di suonare che si sposa perfettamente con il resto dell’insieme.
Accompagnato da un suono di cassa rotondo e dal gusto vintage, quindi con attacco morbido, il groove è un tutt’uno e non si scollerà mai fino alla fine del set.
Layer di sintetizzatori (acidi il giusto) riempiono gli spazi solitamente destinati alla voce, arricchendo la sezione ritmica.
Ma non bisogna farsi ingannare delle apparenze: momenti di distorsione spinta e di rullante aggressivo non mancano e alternano composizioni più cinematografiche a brani dal sound più grezzo.
Le chitarre passano da momenti di suoni quasi noise a ritmiche funky molto dettagliate, anche a livello di suono, veniamo catapultati direttamente negli anni ’70.
Mentre fronte palco è tutto ottimale, a livello di volumi e dettaglio dei singoli strumenti, a sala piena e spostandosi sul fondo il volume risulta un po’ esiguo.
Il mix della band comunque è sempre perfetto e non si perde mai l‘amalgama.
Il lavoro di luci sul palco è azzeccato, forse non sempre sincrono con la musica, e sui cambi di tempo particolari come quelli di alcuni brani è una pecca.
Ci sono costanti richiami a musiche che sono state la colonna sonora di generazioni, da cui hanno attinto i più grandi MC per creare il sound del primo rap a titolo esemplificativo, ma la commistione tra gli ambienti sonori è evidente.
Il groove è sempre presente, anche durante momenti sonori meno ritmici e più cinematografici.
Abbiamo un’ottima alternanza tra sintetizzatori psichedelici e assurdi suoni sci-fi, accompagnati da campionamenti che solo dei veri cultori del cinema di genere italiano possono cogliere.
Menzione d’onore per un fenomenale assolo di sassofono, per l’utilizzo della slide guitar e per il flauto traverso.
In conclusione, quella dei Calibro 35 è stata una grande serata: ottima band, ottima musica, ottima esecuzione.
A conferma che i Calibro 35 sono il fiore all’occhiello della sperimentazione funk italiana.