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Calexico, vent’anni di “Feast of Wire”

Unica data italiana per gli americani Calexico, da Tucson in Arizona, fino al Teatro Municipale Romolo Valli di Reggio Emilia, per la serata di anteprima del Barezzi Festival, che per questa occasione esce dalla provincia parmense collaborando con il Festival Aperto dei cugini reggiani.

È una settimana di grandi festeggiamenti ed emozioni forti a Reggio Emilia, dove, a far da cornice agli spettacoli è sempre il Teatro Valli che lo scorso fine settimana ha ospitato il doppio “Grand Galà Punkettone”, la tanto attesa (e forse unica) “reunion” dei CCCP-Fedeli Alla Linea impegnati nel celebrare il 40ennale del loro primo Ep.

Martedì sera, a farla da padrone nella spettacolare cornice del Valli, sono stati i Calexico, impegnati nel tour per celebrare il ventennale dell’osannato “Feast of Wire” l’album che nel 2003 aprì definitivamente le porte al successo, meritatissimo.

Calexico, Joey Burns e John Convertino

L’apertura della serata è affidata a Brian Lopez che scopriremo poi essere il nuovo chitarrista dei Calexico.
Voce burrosa e chitarra, una delicatezza per gli uditi fini.
È da solo sul palco per l’esecuzione dei primi brani, per poi essere raggiunto sul palco dai Calexico stessi che si ritroveranno ad essere la band di supporto del loro chitarrista, lasciandoti quella sensazione di piacevole stordimento in cui non capisci più a cosa stai assistendo.
L’apice della sua performance la raggiunge con l’inaspettata e splendida cover di ‘Immensità‘ di Andrea Laszlo De Simone, cantata in un italiano perfetto.
È stata una sorpresa che ha lasciato i fans del cantautore torinese a bocca aperta e stupore a non finire, stesso stupore per Laszlo che raggiunto telefonicamente da un amico, era ignaro di cosa stesse accadendo a Reggio Emilia.
Grandi applausi in questo inizio che lascia presagire una serata piena di sorprese.

Breve pausa, scende la scenografia sul palco composta da grandi lunares che faranno da base a un sobrio e piacevole gioco di luci, ed ecco salire ufficialmente i Calexico al completo guidati dai padri fondatori Joey Burns e John Convertino.
Sono in 6 e molti di loro danno sfoggio della propria capacità polistrumentistica alternandosi a tromba, tastiera, chitarra, xilofono e cori.

La seducente ‘Sunken Waltz‘ da inizio alla completa esecuzione di “Feast of Wire”.
I suoni ci trasportano in un’altra dimensione, in un paesaggio in cui a farla da padrone è il deserto, con sole a picco, in uno sperduto confine tra Stati Uniti e Messico.
Ci si ritrova trasportati in un vortice psichedelico, di suoni che spaziano dal rock alle sonorità più calde tex-mex, condite da mariachi e shot di tequila.

Con ‘Pepita‘ l’atmosfera rallenta, si dilata, portando il pubblico a piani percettivi superiori; parte ‘Even Stevie Nicks‘ che da li a poco andrà a trasformarsi in un omaggio ai Joy Division con ‘Love Will Tear Us Apart.
Il pubblico è in estasi, tutti cantano, non è facile restare seduti sulle poltroncine, vorrei alzarmi ma è presto per un atto cosi sovversivo a teatro; dondola la testa e cosi il ritmo scende lungo la colonna facendo muovere mezzo busto, ci si accontenta!
Il disco, ma non il concerto, si conclude con ‘No Doze‘ e i Calexico esagerano con un’esplosione sonora grazie al suono contemporaneo di tre chitarre elettriche che portano in totale estasi il pubblico.
L’inizio di un gran finale in cui a farla da padrone saranno brani storici estratti dalla loro immensa discografia.

È arrivato il momento di alzarsi e avvicinarsi al palco il più possibile, per abbracciare simbolicamente tutti i Calexico: ‘Cumbia de donde‘ e ‘Crystal Frontier‘ sono le canzoni che andranno a sigillare nella nostra memoria un live memorabile, del quale sono, siamo profondamente grati.
La stessa gratitudine è quella che si intravede negli occhi dei musicisti a dimostrazione dell’energia pazzesca dalla quale siamo stati tutti travolti.
Grazie Calexico.

Reggio Emilia, 24 ottobre 2023

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© Carlo Vergani

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