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Calcutta ed il karaoke più grande d’Italia

IL TOUR ESTIVO DI “RELAX”, L’ULTIMO ALBUM DI CALCUTTA, SI È CONCLUSO AL COSPETTO DEL PARCO ARCHEOLOGICO DEI TEMPLI DI PAESTUM

Il tour del cantautore di Latina era partito lo scorso giugno da Lignano Sabbiadoro 

Paestum (SA), 28 luglio 2024

Innanzitutto il posto: uno dei luoghi più incantevoli dove si possa suonare, tanto suggestivo quanto sterminato. La Planet Arena ai Templi di Paestum è colma all’inverosimile e si respira un’atmosfera simile a quella che si può provare andando ad un concerto al Circo Massimo o in altri luoghi simili, intrisi di storia. Viene da chiedersi, e questo prescinde dall’artista in questione, se in Italia si possa assistere ad un concerto e vivere un’atmosfera confortevole o se per assaporare un’esperienza live sia necessario sottoporsi a prove di coraggio o di resistenza.

Certo, il caldo. Eppure l’afflusso di persone alla data conclusiva di Calcutta ha messo in luce non pochi limiti organizzativi che hanno portato a ritardare il concerto di 45 minuti per consentire a tutti di assistere all’intero show. Ricordiamo che per un motivo simile, alla data di Milano lo stesso artista ha reso disponibile un rimborso parziale del biglietto. Non trascurabile, inoltre, il dettaglio riguardo l’area food & drink. Bere all’interno dell’arena è stata un’impresa paragonabile al vincere una gara di triathlon nella Senna inquinata. Della permanenza fino a notte inoltrata, bloccati come ostaggi nei parcheggi, rimandiamo ai commenti sui social.

Ma veniamo al live. Tante persone radunate per un cantautore ci dicono solo una cosa: con i suoi tre dischi, Edoardo D’Erme è entrato nella storia della canzone italiana dalla porta principale. Lasciate stare l’hype da condivisioni social o le colonne sonore dei balletti su Tik Tok. Quello che si è respirato a Paestum era sapore novecentesco di viralità autentica. Quella che passa dallo stereo alle playlist salvate sul cellulare, fino a giungere le citazioni tratte delle canzoni meno famose con gli amici. Il pubblico, in prevalenza molto giovane, è stato numerosissimo come raramente accade per un artista italiano.

“Relax”, uscito il 20 ottobre 2023, si è subito preso la prima posizione in classifica. Secondo i dati Fimi è stato addirittura il disco più venduto in Italia nella settimana d’uscita. Si è piazzato inoltre in quinta posizione della Top Albums Debut Global di Spotify. Eeppure, i numeri da comunicato stampa non rendono l’idea di quanto abbia smosso a Paestum questo pugno di canzoni. L’album arriva a cinque anni dal precedente di Calcutta. Si può quindi affermare che “Relax” fosse un disco davvero molto atteso, come il quarto de I Cani (che ancora si fa desiderare).

Sul palco la band rispetta in pieno il titolo del disco. Niente va al di sopra delle normali interpretazioni dei pezzi ma, forse, è proprio questo il cuore della questione. I pezzi. Calcutta ha i pezzi.

Calcutta
Calcutta

Sempre a proposito de I Cani, quando uscì “Aurora” (Anno Domini 2016) Calcutta apriva i concerti di Niccolò Contessa col suo “Mainstream” in rampa di lancio. Già all’epoca, chi ha avuto modo di partecipare a quei concerti si sarà reso conto di come le canzoni di Edoardo fossero fatte per essere cantate dal vivo insieme al pubblico. Pubblico che da allora si è decuplicato, diventando una forza incredibile. Ma anche, a tratti, difficoltà da parte di chi è sul palco.

In un momento di pausa tra un brano e l’altro è lo stesso Calcutta ad affermare che il suo pubblico «è un avversario difficile da battere». Per questo capita spesso durante la serata che sia lui a cedere il microfono ai cori provenienti dall’arena. Benvenuti al karaoke più grande d’Italia. Una sessione di canto corale che ha girato lo stivale ed è arrivata, col tour europeo, anche oltre i nostri confini.

Dopo un inizio da stadio, arriva subito la doppietta composta da ‘2 minuti’ e ‘Cosa mi manchi a fare’. Il tutto rende ancor più palese l’evidenza: le persone sono lì per cantare, cantare a prescindere, a volte, da chi è sul palco. La scaletta prosegue, pesando in modo alternato da tutti e tre gli album dell’artista laziale. ‘Oroscopo’ e ‘Le barche’ vengono mescolate in un piccolo medley lisergico, un modo di distruggere la hit più estiva del suo repertorio.

Il momento di massima emozione è quello che va da ‘Gaetano’ fino a ‘Del verde’, con ‘Frosinone’ nel mezzo. La band si prendere un paio di pause, il che considerando il ritmo non forsennato del live potevano essere anche ridotte ad una, se consideriamo che lo stesso Edoardo annuncia candidamente che non faranno il solito teatrino di uscire e rientrare per i bis. La serata si chiude con la bellissima ‘Tutti’ ma, un attimo prima della fine, saranno ‘Paracetamolo’ e ‘Pesto’ a dare la scarica finale.

Un concerto che ha regalato molti momenti emozionanti, perché emozionanti sono i brani di Calcutta per la generazione che li ha vissuti dal primo giorno di pubblicazione.

La musica di Calcutta, piaccia o no, ha creato un nuovo vocabolario musicale. Un modo di comunicare che oscilla tra la poesia e il nonsense, perfettamente in linea con la personalità del suo autore. Ma forse, quello che veramente arriva al cuore dell’ascoltatore della sua musica, è la sensazione che ogni parola sia esattamente nel posto dove deve stare. Anche quando le liriche sono fuori metrica, anche quando quella parola in una frase sensata non dovrebbe esserci. Per questo tantissime persone, svariate migliaia, anche se il caldo non dava tregua, anche se comprare una birra o una bottiglia d’acqua era impossibile, anche se uscire dal parcheggio era impresa ardua, erano lì a cantare, come le parole perfettamente fuori posto delle canzoni di Calcutta.

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