Brunori Sas, canzoni contro la paura
Brunori Sas, un concerto intimamente politico
Un concerto-evento nella splendida cornice di Piazza del Popolo ad Ascoli Piceno
Qual è il ruolo dei cantautori in un panorama musicale che sembra andare in direzioni totalmente opposte alla loro musica?
Me lo sono chiesto quando sono entrato nella splendida Piazza del Popolo di Ascoli resa per l’occasione un teatro a cielo aperto, pronto ad ospitare il concerto di Brunori Sas nell’ambito dell’Ascoli Summer Festival.
Il weekend di Ferragosto ha portato in città tantissime persone e la piazza, seppur enorme, è piena per oltre la metà della capienza.
Il pubblico è rilassato e si gode l’apertura di Cassandra Raffaele.
Poi alle 21:30, un orario che per la media dei concerti italiani definirei inusuale, Dario Brunori e la sua band sono sul palco pronti a cominciare.
Chi è stato in passato ad un concerto di Brunori Sas sa bene che quando va ad un suo live gli spettacoli sono almeno due, quello musicale e l’intrattenimento tra un brano e l’altro.
Dario oltre ad essere uno dei migliori cantautori italiani è anche probabilmente uno stand up comedian che meriterebbe un suo speciale su Netflix.
‘Il mondo si divide‘, ‘Lamezia Milano‘, ‘Capita così‘ e ‘Al di là dell’amore‘ infiammano subito Piazza del Popolo, uno dei posti più belli in Italia dove mi sia capitato di vedere un concerto.
Sul palco la band è nutrita, c’è una sezione fiati, gli archi, e la parte ritmica che accompagnano Dario che si alterna tra chitarra e pianoforte.
‘L’uomo nero‘ è uno piccolo punto di svolta.
Una della canzoni più politiche di Brunori suonata in una città che si prepara alle elezioni, circondata da manifesti che promettono “stop agli sbarchi”.
Il pubblico applaude e canta in coro ogni strofa, alla fine del brano Dario si prende un momento per prendere fiato e guardare il pubblico dicendo che quell’applauso conta molto. C’è ancora un modo di poter parlare attraverso la musica di umanità e di temi politici, anche se in molti non lo hanno colto, ma la musica di Brunori sa essere questo: cercare di tornare al lato umano delle persone, senza prendersi sul serio parlando di cose serissime.
Il live decolla, Brunori scherza con le prime file, twerka sfidando Elettra Lamborghini, e infila canzoni come ‘Il costume da Torero‘ che fa ballare la piazza a ritmo di walzer.
Poi ‘Le quattro volte‘, ‘Bello appare il Mondo‘, ‘Come Stai‘, ‘Kurt Cobain‘ e ‘Per due che come noi‘ affondando definitivamente il coltello nel cuore della piazza.
La facilità con cui Brunori Sas riesce a passare da Elettra Lamborghini a far commuovere il pubblico con una canzone voce e pianoforte è disarmante.
E disarmati siamo noi che cantiamo a memoria quasi tutte le sue canzoni.
La scaletta ripesca anche dal primo album, con ‘Guardia 82‘ e ‘Dandy Italiano‘, mi chiedo come mai non ci siano ripescaggi dal bel “Vol.2”, ma il repertorio Brunoriano per fortuna ha altre frecce al suo arco.
Infatti ecco ‘Canzone contro la paura‘, che prende la piazza e la fa letteralmente a pezzettini piccoli piccoli.
La prima parte del concerto finisce qui e servono alcuni minuti per riprendere fiato.
Quando si va ad un concerto cogliere i dettagli è parte del proprio spettacolo personale, ad Ascoli ci si poteva girare attorno e vedere le persone cantare ogni singola parole delle canzoni di Brunori, ognuno portava avanti la sua personale resistenza, famiglie giovani e meno giovani, coppie e comitive di ragazzi con ideali costumi da torero.
Il bis è servito con ‘Quelli che arriveranno‘ e ‘La verità‘, per concludere con ‘Secondo me‘.
‘La verità‘, inutile dirlo, altro colpo basso al cuore della piazza.
Non so cosa si possa chiedere di più ad un concerto come quello di Brunori Sas, dopo aver riso, pianto, ballato.
Dopo aver visto coppie ballare il walzer, altri abbracciarsi e gruppi di amici tenersi stretti.
Un concerto intimamente politico, in cui si cerca di raccontare con uno sguardo umano cosa significa avere una persona davanti e provare a capirla, ad aiutarla o quantomeno a non giudicarla.
Per questo io dopo un concerto di Brunori Sas penso che i cantautori servano ancora.
Come diceva Leo Pari, «i cantautori sono i depuratori della società».
Brunori ha questo modo di fare, di scrivere di scherzare, che lo rende prezioso, da tenere stretto, come una bussola o una bella canzone che ti fa ricordare chi sei in mezzo a questo dolore.