Asian Dub Foundation live a Conversano (BA): un evento magistrale
Gli Asian Dub Foundation si presentano sul palco del Teatro Casa delle Arti di Conversano (BA) con un solo intento: stupire la folla che li stava aspettando.
Ma partiamo dal principio.
Quello che va in scena il 5 dicembre, “L’Odio”, non è stato solo film campione della critica del Festival del cinema di Cannes nell’edizione del 1995, vincitore del premio come miglior regia, classificato come 32° tra i primi 100 film della storia del cinema: è a tutti gli effetti il film che porta in sé la voce della dub band britannica fondata nel 1993.
In formazione ridotta ad un “semplice trio” ritmico, gli Asian Dub Foundation ripropongono live durante la proiezione del film l’intera colonna sonora della pellicola, inebriando le orecchie della platea, tesa ad ascoltare ogni singola nota mentre i sottotitoli passavano sulle immagini e i dialoghi del film di Mathieu Kassovitz.
La forza interpretativa, la tecnica di esecuzione, si intrecciavano con i volti del trio, impegnato più che all’ascolto delle monitor audio, soprattutto ai loro “schermi” dai quali, Dr. Das, Chandrasonic e Brian Fairbairn, rispettivamente basso, chitarra e batteria del trio, controllavano gli attacchi per ogni singolo stacco, brano e atmosfera. Ogni secondo della pellicola veniva perfettamente riproposto musicalmente in maniera magistrale. La cosa che lasciava più di stucco era la facilità di come i tre non avessero bisogno di “guardarsi”, automatismi incredibili, al punto tale da poter distinguere perfettamente i tre strumenti e poterne godere ogni minimo cambio, come assistere a tre concerti separati.
Il basso praticamente non ha mai smesso di suonare: un pugno continuo nella pancia, accompagnato dai campionamenti e dall’intero set acustico di batteria.
Magistrali gli interventi di chitarra, schiaffi assestati al volto, che lasciavano lividi sulle guance del pubblico o graffi sanguinanti.
Il pubblico, in religioso silenzio, si è gustato l’intera proiezione, lasciandosi portare dall’incredibile sound del trio britannico, intervallata con atmosfere perfettamente bilanciate con i volumi dei dialoghi, quasi si stesse ascoltando una “favola sonora”, sfociando in un immenso applauso finale, come il respiro profondo dopo una lunga “corsa” fatta con la musica sparata direttamente in cuffia.
Casa delle Arti si dimostra come sempre attiva alla valorizzazione della musica e della cultura, accogliendo questo progetto, e la macchina dell’organizzazione con Bass Culture è pressoché perfetta.
Unica pecca della serata: a mio parere non si può assistere alla proiezione di una pellicola (per quanto accompagnata da una performance musicale live annoverabile come concerto) in piedi, impossibilitati in alcuni casi anche alla lettura dei sottotitoli: sarebbero bastate poche sedie per rendere tutta l’atmosfera più magica, rendendo maggiore giustizia non solo alla musica ma anche al lungometraggio.
Photogallery a cura di Annita Fanizza
Ulteriori info sulla serata qui.