AMA Music Festival live ad Asolo (TV): day 05
Asolo e AMA Music Festival, nella sua quinta giornata (27 agosto), accontentano tutti i presenti ma creano un po’ di scompiglio tra gli artisti che, tra un pizzico di malcontento ed ironia, si lamentano per il poco tempo a loro disposizione.
Negato alla musica dal vivo e gentilmente concesso al dj set.
Come a tutti i festival di qualità che si rispettino prima o poi qualcosa di storto deve pur andare.
Arrivo tardi e dopo cena, complice il caldo eccessivo, e sul Main Stage ci sono gli OSC2X formazione tutta bolognese attiva già da diversi anni nella scena live italiana. Dopo quattro anni, pubblica il suo primo disco “Under the sun all night long” sviluppando un sound farcito sia di dance anni Ottanta (in brani come ‘PAH!‘), sia di french house (l’influenza degli Air è innegabile).
Reduci da un quasi successo ai provini di XFactor 2015, il duo riesce a creare un clima danzereccio e a farsi notare per una spiccata vivacità sonora, ma è il prossimo artista che sto aspettando con grande impazienza.
LIM è Sofia Gallotti, polistrumentista milanese che forse poteva essere nota ai più, negli anni passati, come altra volto del progetto Iori’s Eyes.
LIM è una piccola perla rarissima di questo festival e della scena indipendente italiana.
Il suo primo Ep (“Comet”) non si adatta affatto alle dinamiche della discografia di casa nostra: il suono è ricercato, scurissimo, ridotto all’essenziale, sussurrato, elegante ma spontaneo.
Sofia sale sul palco con tastiera, basso e drum machine e distrugge tutti i suoi colleghi dei giorni precendenti (sì, anche il sommo Steve Aoki) per quanto riguarda i visual.
Anche qui LIM non ha bisogno di essere ampollosa e pedante, le proiezioni vestono benissimo le atmosfere electro dark dei suoi brani, come un abito da sera cucito su misura (il pubblico ovviamente apprezza).
Rimango estasiata di fronte all’umiltà e allo straordinario talento di questa ragazza che sembra uscita da un club di Berlino.
Si corre al Circus Stage dove sta per iniziare, a parer mio, uno dei gruppi più promettenti nell’ambito della sperimentazione elettronica italiana: i Niagara.
Il duo di Torino spiazza il pubblico con un suono non identificabile a cavallo tra psichedelica, elettronica e pop sperimentale. La voce robotica del cantante Davide Tomat accompagna il viaggio in un sogno che si alterna tra distopia ed utopia.
I Niagara presentano “Hyperocean”, quarto album, dopo un remix da parte di una serie di producers italiani ed internazionali del loro precedente “Don’t take it personally”.
Non sono di facile interpretazione, il loro suono ha una capacità evocativa impressionante ma richiedono, in qualche modo, una “preparazione in materia”, non trattandosi ovviamente di pop da balera. Il gruppo è obbligato a chiudere prima del previsto per un ritardo di lineup, noi dal pubblico cerchiamo di non far pesare la situazione alla band che chiude la performance sia tra gli applausi, sia tra l’evidente scocciatura generale.
Sul Main Stage attacca Vitalic, producer francese ormai noto ai più per le influenze Daft Punk–Justice innegabili: le atmosfere dance anni Ottanta revival non bastano per far finta che sul palco ci sia un Giorgio Moroder in splendida forma. Il pubblico sembra spazientirsi, soprattutto perché la coreografia inesistente non rende giustizia al tipo di show che tutti si stavano aspettando ed è innegabile come tutti fossero alla serata per altri motivi.
Dopo quasi un’ora e mezza di set compaiono sul palco due cartonati di Behavis and Butthead e tutti si preparano per la grande festa: Febbre a Novanta.
Febbre a Novanta è un party organizzato dal New Age Club (club storico del trevigiano) con una selezione musicale, ovviamente, esclusivamente ’90s.
Diventata ormai una delle feste di culto nel panorama dei club veneto, i due dj spaziano tra brani più o meno banali, con una leggerezza innegabile e con un minimo comune denominatore: il divertimento.
Il pubblico sotto palco è in delirio: anche i più timidi si lasciano andare a balli scomposti.
Il mio scetticismo generale si alterna a momenti di quasi libidine: è innegabilmente il momento più frivolo del festival, ma è giusto che sia così.
Tra un mashup apparentemente improponibile tra ‘Smells Like Teen Spirit‘ e ‘Il principe di Bel Air‘ AMA Music Festival si porta a casa anche stasera una serata trionfale per affluenza e divertimento.