Alex Cameron, quando il divo cede il passo all’uomo
Bologna, 10 ottobre 2019
Il palco dell’immortale Covo Club di Bologna è da sempre sinonimo di live di qualità, e anche questa volta non si è smentito ospitando l’australiano Alex Cameron, in tour per presentare il suo ultimo lavoro, “Miamy Memory”, uscito nei mesi precedenti per Secretly Canadian.
Nonostante il cantante abbia solcato lo stesso palco a malapena un anno fa e l’appuntamento sia infrasettimanale, la sala si riempie facilmente anche per la band di apertura, i Dreamlanders di Jack Ladder, suo chitarrista, che presenta un suono più tendente alla new wave con testi decisamente più introspettivi e cupi rispetto a Cameron.
Finalmente il live inizia con una serie di pezzi del nuovo album come ‘Stepdad‘ o ‘Far from born again‘ e ovviamente il singolo che ha dato il nome al disco, ‘Miamy memory’, con Cameron che si dimena nelle sue celebri danze, che esegue puntualmente in quasi tutti i suoi video e che a mano a mano coinvolgono tutto il pubblico.
Impossibile non notare l’eleganza e la bravura della band che lo segue, in particolare del sassofonista e amico Roy Molloy, al quale Cameron lascia ampio spazio, sia negli assoli che negli sketch tra le canzoni.
Roy infatti viene preso in giro dal cantante per essere un grande esperto di recensioni e viene esortato da Cameron nell’eseguire una critica allo sgabello sul quale è seduto: egli accoglie la richiesta con minuziosa precisione, elogiando la fattura del legno e l’estrema comodità, divertendo tutta la sala.
Il concerto poi prosegue con una serie di canzoni dall’ascoltatissimo disco precedente “Forced Witness”, come ‘Candy man‘ e la celeberrima ‘Stranger’s Kiss‘, duetto con Angel Olsen in cui la strofa della cantante viene eseguita dalla sua chitarrista anche se è davvero difficile reggere il confronto con la Olsen.
Tra il pubblico spicca la presenza di Jamima Kirke, attrice famosa per il suo ruolo nella serie HBO “Girls” e attuale fidanzata del cantante, onnipresente in quasi tutti i suoi video.
Alex Cameron regala un live divertente, con un synth pop leggero e musicalmente impeccabile, supportato da una band ben strutturata.
Dal vivo smentisce l’immagine di uomo altezzoso e pieno di sé che traspare da alcuni testi (‘Marlon Brando‘ è un continuo elogio alla sua persona e ai suoi capelli), senza contare che anche Pitchfork l’ha definito «the modern, macho alpha male».
Sul palco si mostra sì sicuro ma anche umano e meno mascolino, aiutato da rossetto e trucco sugli occhi: forse l’idea che fa trasparire anche dai social è più costruita che altro e bisogna assistere ad un suo concerto per comprendere e cogliere meglio la vera essenza di Alex Cameron.