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Aldous Harding, elegante ed ipnotica

Bologna, 15 novembre 2019

Aldous-Harding

Si è tenuta al Locomotiv Club di Bologna l’unica data invernale del tour della Neozelandese Aldous Harding.
Classe 1994, la ragazza ha realizzato il sogno di ogni artista squattrinato: scoperta mentre si esibiva in strada, viene messa sotto etichetta dalla Spunk Records che nel 2014 fa uscire il suo primo omonimo disco.
Da lì il successo esplosivo la porta in giro per il mondo, facendola esibire in festival più che prestigiosi, ed attualmente è in tour per presentare l’ultimo lavoro uscito per 4AD dal nome “Designer”.

Sul palco bolognese Aldous si presenta in silenzio, da sola, sedendosi davanti al microfono e lanciando al pubblico uno sguardo lungo ed intenso, quasi di sfida.
Poi parte con la sua chitarra, intonando alcuni brani dal disco nuovo e che durante la serata presenterà quasi per intero.
Il resto della band la raggiunge in un secondo momento, senza tuttavia spezzare l’incantesimo creato da quella voce così intensa e soave.
Subito dopo aver suonato il celebre singolo ‘The Barel’, tratto dal suo ultimo lavoro, dal pubblico le viene porto un mazzo di rose: lei ringrazia, timida ma decisa, e continua lo show.
Elation‘ e ‘Horizon‘ vengono proposti dai vecchi lavori e il pubblico entusiasta applaude, sorride, ma senza fare troppo rumore, così da mantenere la calma e la raffinatezza del momento.

Il talento principale di questa artista indie folk, oltre alla voce intensa e ai testi introspettivi, è la capacità di creare un ambiente intimo e raccolto anche se il locale è colmo di gente.
Grazie anche alla figura minuta e ad uno sguardo penetrante, Aldous Harding riesce a farci sentire a casa, come se si stesse esibendo solo per noi – quando si è invece circondati da sconosciuti
.

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