Al Di Meola, la chitarra classica del magico trio senza tempo
Ciampino (RM), 23 marzo 2019
Puntuale come la sua chitarra.
Incastonato tra un pianoforte e una fisarmonica dal giusto sapore argentino, è un Al Di Meola in versione solare e fresca quello che si presenta al centinaio di persone presenti nella sala dell’Orion Live Club a Ciampino.
Il chitarrista americano che ha da poco pubblicato “Opus” sta vivendo un momento di serenità dal punto di vista personale e lo si nota anche dal suo modo di tenere il palco, assai meno oscuro degli anni precedenti.
Il suo stile è al solito impeccabile, anche se meno orientato ad appigli fusion ma più devoto al classicismo della storia pop che ha sempre osservato da lontano.
Naturalmente il concerto si apre e chiude con i due doverosi omaggi – ‘Azzura‘ e ‘Mediterranean Sundance‘, ai lavori con i vecchi compagni Paco De Lucia e John McLaughlin; il primo (ahinoi) prematuramente scomparso e il secondo dato per perso nelle sue evoluzioni psichedelico-jazzististiche.
Ci sono i richiami alla tradizione sudamericana argentina di Astor Piazzolla e del suo tango ma soprattutto il sorprendente inchino ai Beatles: due versioni strazianti e ululanti di ‘Norvegian Wood‘ – ‘The bird has flown‘ e ‘She’s Leaving Home‘.
Nulla di decontestualizzato.
Di Meola sembra avere creato un ponte naturale tra le decine di cifre stilistiche che ha intrapreso per tutta la sua carriera.
Che si trattasse di Pop, di Jazz, di Fusion, di Flamenco, di Rock o di Free Avanguardia.
Un grandissimo artista capace di creare un legame naturale tra ogni esperienza musicale.
Sorprendente la naturalezza con la quale i suoni emergono dalla sua chitarra.
Un modo di suonare sempre classico e mai nervoso come se le dita scivolassero via su uno specchio d’acqua.
Le sue composizioni come ‘Brave New World‘ e ‘Ava’s Dream Sequence Lullaby‘ riflettono un contesto temporale assolutamente contemporaneo.
È questa la forza da decenni del chitarrista americano: e cioè la capacità di sapere inserirsi nei mutamenti musicali che il tempo della musica ogni lustro determina.
Una di quelle chitarre che sembra andare oltre lo spazio temporale anche laddove l’esercizio delle corde avvenga nella periferia di una grande città.
Ph. © Stefano Panaro (clicca qui per la gallery completa)