Daniele Celona live a Oristano: (in)cantare la Sardegna
Daniele Celona è per me uno di quei nomi che conosci soltanto per sentito dire: non ho mai approfondito, non sono mai andata a cercare, a trafugare notizie su di lui.
Sui suoi brani, sul suo essere.
Solo ora posso aggiungere l’espressione “a torto”.
Il 13 dicembre, in una domenica quasi invernale all’INPUT di Oristano, con Daniele Celona che abbraccia la sua chitarra seduto davanti a me, mentre ascolto attentamente ogni singola parola cantata con rabbia, con gentilezza, con passione, ammetto che forse ho sbagliato a non aver mai osato andare a fondo.
Questa all’INPUT è la quarta data in Sardegna dell’#atlantidetour, e Daniele arriva sul palco in silenzio, senza nessun saluto.
È la sua chitarra a riservarci gli omaggi con l’intro de ‘Il quadro‘, brano estratto dal primo album.
A terra, davanti a lui, c’è un foglio ma nessuna scaletta.
Mi avvicino incuriosita per vedere: si tratta di un ritratto regalatogli in segno di accoglienza – e lui, l’accoglienza sarda, la conosce bene.
Perchè torinese con origini sarde, si rifugia spesso in questa terra generosa e avida allo stesso tempo, per trovare lo spazio adatto alla composizione dei suoi brani.
C’è una cosa che mi colpisce particolarmente, ed è l’esplosione di emozioni che questo cantautore libera dal suo corpo.
Delle vibrazioni, che raggiungono l’apice con il brano ‘Sud-Ovest‘, nato per l’appunto in questa terra e che ha dato vita a un docu-video girato nella costa sud ovest della Sardegna.
C’è molta rabbia nelle sue parole, la sento anche in tutta l’energia che sprigiona dalla chitarra. Conosco quella rabbia, è la stessa che proviamo noi sardi tutti i giorni vedendo la nostra terra stuprata: è lì che capisco che Daniele Celona forse è uno di noi.
Il cantautore con il suo irrinunciabile cappello prosegue il suo live in acustico ripercorrendo la sua carriera regalandoci brani come ‘Acqua‘, ‘Mille colori‘, ‘Ninna Nanna‘ e presentandoci i brani dell’ultimo album “Amantide Atlantide”, come ‘Amantide’, ‘Atlantide’, ‘L’oro del mattino’ e ‘Precarion’.
Daniele poi ci saluta con ‘Sotto la collina‘, brano dedicato a Torino, quella città «un po’ santa e un po’ puttana» che ci invita a visitare.
Forse perchè, alla fine dei conti, in quelle parole di rabbia c’è anche tanto amore.
Ph. © Massimo Piras: per vedere tutte il set completo del concerto clicca qui