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Giorgio Ciccarelli - Le cose cambiano

Giorgio Ciccarelli – Le cose cambiano

Uscirà il prossimo 6 novembre il primo, nuovissimo, album da solista di Giorgio Ciccarelli, ex Afterhours.

Le cose cambiano” è un titolo molto significativo in questo caso, in quanto riflette l’esperienza di Ciccarelli vissuta nel novembre 2014 e che lo ha visto dover dare un taglio ad un’avventura durata ben 15 anni (quella con la band di Manuel Agnelli).
Le novità in questo disco sono evidenti, in primo piano la collaborazione con Tito Faraci, esperto di fumetti e romanzi ma anche appassionato di musica, con cui Ciccarelli ha trovato un incrocio di idee vicino alla perfezione, conducendo un pensiero comune verso la creazione delle tredici tracce che compongono la tracklist di questo album.

Musica e fumettistica si sono uniti inoltre nella creazione di un voluminoso e originale booklet: grazie ad artisti come Paolo Bacilieri, Alessandro Baronciani, Bruno Brindisi e tanti altri, per ogni brano è stato reso possibile ammirare una trasposizione in forma di disegno, nei quali la storia trasmessa dalle varie canzoni viene rielaborata sotto un punto di vista ogni volta nuovo: è per questo motivo che ”Le cose cambiano” è stato presentato in anteprima al Lucca Comics and Games il primo novembre, con la sua bella copertina raffigurante un uomo cui è stato sottratto, come ad intarsiarlo, il cuore.

Ma premiamo play al nostro lettore musicale e diamo spazio semplicemente alla musica rock firmata da Giorgio Ciccarelli.
Dopo l’intro dal titolo ‘Per rinascere bisogna prima morire‘, che rende ben chiaro quale sia la filosofia di questo disco, i cori di ‘Venga il mio regno‘ sono già qualcosa che rimanda a quelli di ‘Io so chi sono‘ degli Afterhours e che ai tempi ebbe proprio lo zampino di Ciccarelli.
È un brano energico, una risposta urlata a certi vincoli, una spinta indietro contro demoni che vorrebbero insinuarsi nello spazio vitale di ognuno di noi.
Tu sei l’onda‘ è il racconto di un vuoto da colmare e che quando viene colmato riesce a donare nuovamente la vita: una dipendenza scivolosa ma estremamente importante per soddisfare quella sete di esistere che contraddistingue chi nell’amore riesce a ritrovare quella fiamma da accendere con uno sfregamento di materiali tra loro affini. Una dedica alla forza inarrestabile della musica si ritrova ascoltando ‘La quadratura del cerchio‘, con un cerchio che si chiude, con quell’influenza quasi autobiografica che si riflette anche nella traccia successiva, ‘Le cose cambiano‘, che dà il titolo al disco, riferendosi ai necessari e spesso inattesi, cambiamenti che si accompagnano al procedere delle nostre esistenze. Torniamo al tema dell’amore con ‘Più vicino’, un sentimento che in ‘Amore: è una parola‘ è quel vocabolo che accompagna l’inizio e la fine della vita che ci viene concessa, con quelle tonalità da sogno un po’ dark presenti anche in ‘Trasparente‘.
I cori sovrapposti e accompagnati da vari strumenti distorti che avevamo sentito tra le sperimentazioni di “Padania” degli Afterhours sono rintracciabili anche e soprattutto in ‘Non puoi tradire un amico‘ e, sebbene in leggera misura, in ‘Questo sì che sarà un no‘: lo stile di Ciccarelli è sempre quello di un rocker che conosce molto bene il campo sul quale si sta muovendo e che quindi può anche reinventare il proprio passato, plasmandolo in una forma nuova.
La tua prigione‘ è un brano che descrive la sensazione di pentimento di chi è incappato in errori e in guai creati con le proprie mani, chiudendosi tra mura di carta, in un buio simile a quello che sembra esser raffigurato ne ‘La vita in generale‘ e nell’ultima, breve ma intensa traccia, ‘Non c’è risposta.

Se le cose cambiano, quest’album a cura di Giorgio Ciccarelli dimostra che ciò non è sempre un male, ma che forse è vero che, citando Lao Tse, «quella che per il bruco è la fine del mondo, il resto del mondo la chiama farfalla».

 

 

3 commenti su “Giorgio Ciccarelli – Le cose cambiano

    1. Gli abbiamo voluto ancor più bene perché dagli Afterhours è stato mandato via senza umanità né rispetto: brutta faccenda.
      Grande Giorgio!

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