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Colour Moves – A Loose End


(Ri)parte tutto nel 2014 quando Tanara, Scurti, Mura, Cajelli e Ciccarelli si ritrovano per suonare pezzi che avevano composto col nome Colour Moves a metà degli anni ’80 – quegli stessi anni ‘80 che sono stati decennio fondamentale in Italia per la nascita della scena rock indipendente.
Erano gli anni in cui la new wave raggiungeva anche noi, in un ribollire di gruppi capaci di sfornare dischi, ep, split, passaggi radio-televisivi e molto altro ancora.
E nella galassia di band in parte sconosciute ai più, conquistavano la loro fetta di pubblico anche loro, i Colour Moves, appartenenti alla scena milanese.
Come i Gaznevada, Denovo, Pankow, Frigidaire Tango e tanti altri, i Colour Moves contribuirono infatti alla nascita della nuova musica indipendente di casa nostra.
L’attività del gruppo fu breve ma intensa, con tante canzoni scritte fino al 1988 anno del loro scioglimento.

E’ nel 2014 che i Colour Moves si ritrovano: tutto funziona quasi subito, a parte qualche difficoltà dettata dal tempo.
Da qui la voglia di pubblicare finalmente quei pezzi rimasti per troppo tempo nel cassetto: nasce così “A Loose End“, un doppio Lp contenente “Disc One” con i pezzi mai editi e “Disc Two“, una raccolta dei brani già usciti nel loro periodo new wave.
Disk Two” è perfetto per fare un tuffo in quegli anni e in quelle sonorità: ‘Trees’, ‘Slipping Away’, ‘Over Falling Skies’ e ‘Cloudlike’ evidenziano le capacità artistiche e le attitudini espressive di una band che all’epoca aveva assimilato i suoni arrivati da oltreoceano rielaborandoli con creatività e gusto.
I testi sono malinconici ed introspettivi; la scelta della lingua inglese invece rivela una pronuncia ed una scrittura acerba e spartana molto simile a quelle di altre band italiane di quel periodo.
Le chitarre taglienti, i giri di basso tantrici con le fantastiche tastiere visionarie sono un sigillo di garanzia, di appartenenza al genere.
I pezzi contenuti in “Disc Two” nulla hanno da invidiare a quelli di band che in quegli anni hanno dominato la scena – penso alle sonorità di “17 Re dei Litfiba piuttosto che a “Siberia” dei Diaframma e “Bandiera” dei Moda.
Disc Two” contiene anche una bellissima cover, ‘Venus in Furs‘ dei Velvet Underground, e si completa con un remix di ‘Couldlike‘.
Di fatto questa resta una ristampa dedicata ai fan di quel periodo, poiché nulla aggiunge a quanto già sentito o detto in quegli anni.

Disc One” rappresenta invece la vera novità dei Colour Moves, poiché contiene brani inediti i quali, anche se scritti negli anni ‘80, sono suonati con gusto e piglio moderno nonostante l’uso della vecchia strumentazione. Brani come ‘In My Room‘, ‘Dreaming of you‘, ‘There‘ e ‘Slow (is my love)‘ confermano che la grinta e la voglia di fare musica dei Colour Moves dopo trent’anni di silenzio è immutata e scintillante.
Al contrario di “Disk Two“, prettamente new wave e post punk, i brani di “Disc One” suonano molto più rock e post rock.
I ‘nuovi’ brani nel complesso ci rivelano una maggior coesione all’interno della band.
Nulla sembra esser mutato nonostante il cambio alle tastiere, dove Scurti ha preso il posto di Marco Magistrali (da non confondersi con Fabio Magistrali dei Six Minute War Madness, ndr).
Purtroppo però, è troppo riconoscibile l’impronta artistica di Giorgio Ciccarelli (già Sux, Afterhours e Soundowner).
Ascoltando più volte il lavoro dei Colour Moves si ha infatti l’impressione di ascoltare un disco solista “del chitarrista degli Afterhours“.
E’ per questo motivo che in futuro ci si aspetta dai Colour Moves un disco diverso, che sia si forte delle radici del gruppo ma che dimostri anche carattere ed entità propria.

A Loose End” oltre ai due Lp contiene anche un libro accompagnato da una copia della fanzine ‘Anestesia Totale‘, scritti entrambi da Matteo Bianchi, scrittore e amico della band.

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