Stearica – Fertile
Nel momento in cui si preme il tasto play di un qualsiasi lettore musicale si dà inizio ad una parentesi privata, personale: scegliere di ascoltare un disco e di dedicargli del tempo è un atto d’intimità, un momento di respiro tra l’ascoltatore e la musica stessa.
Un piccolo gesto che nasce da una decisione e si consuma nei modi più svariati.
Prima di incontrare “Fertile”, seconda uscita dei torinesi STEARICA, ho evitato di leggere notizie a riguardo.
Se c’è una cosa che non mi piace è l’essere indottrinata, presa per mano dal gruppo, per comprendere ciò che esprime un disco.
Trovo sia tremendamente più affascinante, invece, il cimentarsi da totali profani alla scoperta di un senso, di un significato, per comparare solo alla fine le proprie intuizioni con la vera identità di un lavoro. Ed è con questo spirito purista che ho perso il senso della realtà per lasciarmi cadere nel vuoto.
Le prime avvisaglie, i primi collegamenti, li ho ricostruiti unendo con un’analisi letterale ‘Fertile‘ a brani quali ‘Delta‘, ‘Bes‘ e ‘Tigris‘: parole che racchiudono storia e spiritualità, chiavi necessarie per la riscoperta di terre vicine in tempi lontani, luoghi d’importanza storica avvolti da un fascino ancestrale.
L’avant rock degli STEARICA non è un mero racconto bisbigliato all’orecchio, ma si rivela qui come un grido che si alza dalle sabbie del Medio Oriente per scuotere l’ascoltatore.
Le influenze stoner aiutano a concretizzare questo immaginario, accentuando passaggi che prima portano a contorcere lo stomaco in danze spirituali per poi terminare con brevi ma dense pause, che lasciano l’ascolto sospeso e affamato, voglioso di altri colpi di scena.
Colpi che non mancano, anzi, ma che raggiungono il loro scopo lasciando un segno.
‘Nur‘, brano che vede la partecipazione di Ryan Patterson dei Coliseum, è l’incarnazione di un affondo viscerale plasmato da una batteria possente: l’esplosione che ne deriva prosegue, imperterrita, senza sosta.
‘Tigris‘ è un rincorrersi di sensazioni e suoni, amplessi granitici e muri di suono che imperterriti non danno tregua né lasciano spazio a divagazioni.
‘Shah Mat‘, ovvero ‘scacco matto’, è il brano che chiude il disco: una camminata nel suq, tra la folla, alla ricerca di una verità che sembra lentamente svanire davanti ai nostri occhi.
Anche in questo pezzo c’è lo zampino (o meglio, il sassofono) di un ospite d’eccezione: la contaminazione sonora è infatti affidata a Colin Stetson (Bon Iver, Tom Waits, TV On The Radio).
Sangue e sabbia, urla e respiri, affanni e visioni: ‘Fertile‘ è esattamente tutto questo.
Un’attesa durata anni, felicemente appagata da un risultato che definire perfetto può essere riduttivo e limitante: 9 tracce che superano le aspettative e riescono ad andare oltre l’immaginario possibile.
‘Fertile‘ degli STEARICA è una piacevole ossessione.